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Successo Vanoli, il New York Times esalta la Coppa Italia 'Meglio dell'All Star Game'

Dimenticate l’All Star Game, iniziate a guardare il basket italiano. Si intitola così l’articolo (leggi qui), pubblicato alla vigilia della semifinale di Coppa Italia dall’edizione online New York Times, di Zach Messitte, giornalista che sta scrivendo un libro sugli americani che giocano a basket nel nostro Paese. La provocazione è tale, ma fino ad un certo punto. Di sicuro, dopo gli articoli sulla Banca del suono e sulla tradizione liutaia della città, Cremona torna protagonista sulle pagine di prestigiosi giornali internazionali.

La tesi di Messitte è chiara: la stagione da 82 partite di regular season della Nba è definita “a slog”, una faticaccia. La Coppa Italia di metà stagione in Italia, invece, viene considerata dal NYT una scarica di adrenalina. “C’è un’intensità nella regular season italiana che molto spesso manca alle partite invernali dell’Nba: non solo ci sono meno partite, ma sono più corte e veloci”, riporta il giornale americano. Anche la qualità, per l’autore, non rappresenta un problema perché, sebbene inferiore, l’interesse per la Coppa Italia è “nettamente superiore” a quello per la sfida tra il Team LeBron e il Team Giannis all’All Star Game.

“Tutto può succedere” in questa competizione, aveva dichiarato alla vigilia al NYT Travis Diener, playmaker della Vanoli e vincitore del trofeo e del titolo di MVP nel 2014 con Sassari (e Meo Sacchetti in panchina) poi ripetutosi ieri, domenica 17 febbraio, con la canotta di Cremona. Inoltre, nonostante l’assenza di salary cap, la Coppa Italia è una competizione che permette anche ai club più piccoli, “come Sassari e Cremona”, di vincere un trofeo. Un esempio profetico, quello del New York Times.

Il giornale americano, infine, spiega perché un modello all’italiana potrebbe essere vincente anche oltre oceano, almeno per quanto riguarda la Coppa Italia: “Come sarebbe se Bucks, Warriors, Raptors, Nuggets, Celtics, Pacers, Thunder e 76ers giocassero questo weekend per una Coppa Americana di basket? Una ventata di freschezza su uno stanco All Star Game”. E, per la prima volta, anche il tabù retrocessione viene nominato perché in grado di motivare quelle squadre che nell’ultimo mese di regular season non hanno più nulla da chiedere al campionato. “In Italia si gioca sempre per qualcosa”, aveva aggiunto sempre Diener. Di sicuro, in ogni caso, la finale a sorpresa tra Brindisi e Cremona che ha consegnato alla Vanoli la prima storica Coppa Italia non ha fatto altro che confermare la teoria del New York Times.

mtaino

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