Cronaca

Confcommercio ai candidati sindaco: ecco le nostre idee per la città

A tre mesi dalle elezioni Confcommercio è la prima associazione di categoria a diffondere i desiderata ai prossimi amministratori, con due documenti – uno per la città e uno per la provincia – presentati questa mattina a palazzo Vidoni dal presidente Vittorio Principe e dalla Giunta. Il documento rimarca la necessità di realizzare una vera partecipazione, che ad oggi non si è realizzata nonostante i tavoli tematici: “Fino ad oggi è mancata la capacità di valorizzare esperienze diverse e comunque utilissime per la vita della città – si legge in conclusione –  Spesso si è fatto riferimento a una distorta logica del consenso che ha portato a privilegiare alcune istanze su altre (es. i temi ambientali su quelli dell’economia). Più che mai in passato deve essere chiaro che il consenso è un momento per ottenere il governo della città ma non può essere il fine dell’azione di governo. Questo per il bene di Cremona, di chi vi lavora, di chi vi abita e di chi la fa vivere”.

Confcommercio sgombra subito il campo da un possibile equivoco di appartenenza ad un particolare schieramento: “Confcommercio vuole essere equidistante da tutti i partiti, senza sostenerne alcuno. Anche per questo il nostro documento guarda al futuro, senza voler giudicare o indagare quanto è stato fatto dall’ultimo esecutivo o da quelli che lo hanno preceduto”. Poi però partono le critiche a quasi tutte le scelte fatte dall’amministrazione uscente: Cremona non è più luogo di incontro e relazioni, il tessuto commerciale si è diradato e quindi servono almeno agevolazioni per negozi storici e start up oltre che agevolazioni per i proprietari affinché affittino a canoni calmierati; va reso percorribile 24 ore su 24 alle auto il corridoio via Manzoni – Via Verdi, “l’allargamento a macchia d’olio della ZTL non è una misura sostenibile per le imprese perché, di fatto, penalizza pesantemente il centro, soprattutto nei giorni lavorativi. Inoltre porta alla scomparsa di quelle realtà legate ai consumi quotidiani (dal fornaio al macellaio fino all’edicolante ma anche chi è legato alla telefonia), di fatto impoverendo il centro senza rendere sostenibile l’arrivo di altre merceologie”. Viene citato il nodo viabilistico di via Dante, irrisolto da anni; il sistema della sosta è “troppo sbilanciato sui residenti”; il trasporto pubblico dovrebbe prevedere la gratuità tra parcheggi corona e centro città, evitando di far viaggiare bus vuoti e privilegiando mezzi elettrici; le aree dismesse non devono essere recuperate solo attraverso operazioni commerciali (“una scorciatoia di cui si è già abusato nel corso degli ultimi mandati amministrativi”), ma creandovi ad esempio luoghi di aggregazione per i giovani basati su attività culturali.

Vengono chiesti più interventi di videosorveglianza e investimenti “sui contenitori dismessi favorendo la nascita di realtà legate al tempo libero e alla cultura. Pensiamo, in particolare, a spazi di aggregazione giovanile (partendo proprio dalla identità locale e dalla musica in particolare)”.

Su turismo e cultura emergono le criticità maggiori. Secondo Confcommercio, seppure il 32% dei visitatori del Museo del Violino sia straniero, questi flussi non si riverberano positivamente nelle presenze alberghiere. “Occorre articolare una proposta più consistente e diversificata che sappia coniugare temi culturali con momenti legati all’enogastronomia, al tempo libero, al divertimento, al piacere di vivere la città. Serve uno sforzo per rafforzare le sinergie e valorizzare il museo diffuso (es. le chiese spesso chiuse). Va bene il turismo cinese ma bisogna anche pensare al consumo interno. Anche le sinergie con il sistema del Garda o con i luoghi verdiani hanno mostrato evidenti limiti (Parma capitale della cultura ha fatto sinergie con Piacenza ma non con Cremona) Per quanto riguarda la cultura, “si procede con eventi slegati tra di loro, spesso con ritorni solo locali (da Torriani al Premio Cremona) che faticano a catturare l’attenzione anche solo di chi arriva dalle città vicine. Sono venuti meno anche festival (Festival del Racconto e poi Corde dell’Anima) eventi di ampio respiro a fruizione libera, vere occasioni per far conoscere (e far vivere) la città. Oggi i festival importanti (Stradivariano, Monteverdiano etc.) sono in luoghi chiusi e non propongono comunque momenti di partecipazione di massa. Occorre costruire, come è stato fatto altrove, un brand e una reputazione di Cremona che intercettino un pubblico di visitatori medio alto”.

Risulta inoltre prioritario “un impegno per il rilancio di CremonaFiere, valutando nuove sinergie tra territori, ma anche sviluppando nuovi progetti espositivi. Inoltre è strategico (come avviene ormai nei maggiori poli fieristici, a partire da Milano) lavorare per organizzare dei “fuorisalone” che sappiano mettere in relazione il centro della città con i padiglioni di Cà de’ Somenzi.

Quanto al nodo cruciale dell‘isolamento del territorio, Confcommercio si allinea con le richieste da tempo  espresse da tutti gli attori economici e dalla stessa amministrazione comunale: raddoppio ferroviario, autostrada Cremona Mantova, Paullese.

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