Cultura

E il presidente Carter volle sapere dei record agricoli di Cremona

Proseguendo l’attività di ricerca nelle carte desecretate dei servizi segreti inglesi e americani, il ricercatore cremonese Marco Bragazzi ha trovato documenti riguardanti l’interesse del neo eletto presidente Jimmy Carter e del suo Segretario di Stato Cyrus Vance su Cremona, con particolare riferimento all’attività agricola del nostro territorio.

di Marco Bragazzi

“A Cremona si produce il 6% del latte italiano ma, nonostante la forte concorrenza del nord Europa che tende a ribassare i prezzi anche sulla carne, le aziende sono ancora in grado di trasformarlo o venderlo e di rendere la vita dei propri cittadini relativamente comoda”

E’ il 31 maggio 1977 quando in città i responsabili dell’ambasciata americana si presentano a colloquio con i politici e gli imprenditori cremonesi, paradossalmente già pochi mesi prima, a inizio gennaio, erano arrivati in piazza del Duomo per informare il Segretario di Stato Henry Kissinger sulle peculiarità della vita cremonese. Nella prima parte del 1977 l’inquilino della Casa Bianca è cambiato e con lui anche il suo braccio destro, ovvero il primo consigliere strategico del Presidente degli Stati Uniti. Il presidente Gerald Ford ha perso le elezioni di fine gennaio a favore di Jimmy Carter così come Henry Kissinger deve mollare ‘l’ufficio’ per l’avvocato Cyrus Vance, il quale vuole comunque riaprire e mantenere i contatti con le realtà oltreoceano già studiate da Kissinger.

 

Jimmy Carter è diverso da Ford, proviene dal profondo sud degli Stati Uniti ed è erede di una famiglia di agricoltori da generazioni dedita alla coltivazione di arachidi, ha compiuto i suoi studi alla Accademia della Marina Militare ad Annapolis ed è stato ufficiale dei sommergibilisti, è molto motivato nei confronti del rispetto dei diritti civili. Carter conosce bene il mondo agricolo che considera la parte dominante e trainante della economia di prodotto, chiede a Vance di portargli notizie economiche (ma anche politiche) dal ‘fulcro’ dell’economia agricola italiana: Cremona. Nel telegramma compaiono i nomi dei cremonesi con cui gli americani dialogheranno in città: il segretario del Psi provinciale (e futuro sindaco di Cremona) Renzo Zaffanella, il suo collega della Democrazia Cristiana Riccardo Piccioni, il segretario provinciale Cisl, il direttore della raffineria Amoco, i referenti del settore produttivo e editoriale cremonese.

Gli americani cominciano a delineare un quadro della provincia cremonese che rispecchia quello offerto a Kissinger a gennaio, ma che analizza con maggiore profondità le lacune di una politica nazionale sempre sul filo del rasoio. Cyrus Vance e Jimmy Carter sanno bene che la linea sociale ed economica di ogni realtà, anche la più piccola, passa attraverso la stabilità dell’azione politica che fa da elemento trainante all’occupazione. A Cremona si vive bene, confermano all’unisono le varie forze politiche, il dialogo tra i partiti è aperto e funzionale, ma non sempre ciò che si vive in città rispecchia una visione di lungo periodo, realtà su cui Carter e Vance sono fortemente determinati. Il telegramma raccoglie le veritiere impressioni sulla vita cittadina, l’apertura tra i partiti di maggioranza e di opposizione porta localmente degli ottimi risultati che consentono al mondo produttivo di offrire occupazione e problemi relativamente semplici da gestire.

Cyrus Vance potrebbe considerarsi soddisfatto e con lui Jimmy Carter ,ma nei dialoghi si apre un’incrinatura sul futuro della città: quella della raffineria Amoco. Il dirigente responsabile chiarisce che la città è ben disposta verso la raffineria, l’azienda ha quasi 400 dipendenti e, soprattutto dopo lo shock petrolifero del 1973, ha cominciato ad investire anche nel sociale per garantire ai cittadini una diffusione del benessere come parte necessaria alla crescita dell’abitato. Il “ma” non arriva da Cremona, bensì da Roma. L’instabilità politica tra i partiti a livello nazionale sta mettendo a rischio gli investimenti e l’ottica di lungo periodo rivolta alla crescita del sito industriale. Cremona da questo punto di vista ha ben poche responsabilità: se da una parte si è ben consapevoli della forza dell’economia di prodotto cremonese dall’altra le decisioni prese nella capitale possono inficiare il lavoro svolto localmente, in un paradosso tipicamente italiano. Cyrus Vance non finirà il suo mandato come Segretario di Stato: nel 1980, infatti, in pieno disaccordo con Carter, non sosterrà l’azione militare, poi fallita miseramente, chiamata Eagle Claw, volta alla liberazione degli ostaggi americani sequestrati a Teheran, disaccordo che lo porterà alle sue dimissioni anticipate.

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