La scomparsa di Angelo Faliva Dieci anni dopo, una nuova pista dalla Colombia
Saranno 10 anni il 25 novembre. Dieci anni di ricerche, poche certezze e soprattutto silenzi. La storia di Angelo Faliva – il 31enne cremonese, chef ed ex carabiniere scomparso misteriosamente nel 2009 mentre lavorava come cuoco a bordo della nave da crociera Coral Princess – sembra caduta nel vuoto. Per la magistratura italiana, non per la famiglia, forse nemmeno per le autorità colombiane.
Mentre si avvicina la triste data dell’anniversario, Chiara Faliva, sorella di Angelo, fa sapere di non essersi mai arresa e di essere in contatto con un nuovo funzionario del settore narcotici della Polizia di Cartagena, che avrebbe ripreso in mano da poco il caso e, con questo, le indagini. L’ipotesi che si sta facendo largo è che Angelo possa aver visto qualcosa di illecito a bordo legato al traffico di droga. Da qui la necessità di farlo sparire.
La speranza è che il passaggio possa portare se non a una svolta, a qualche elemento investigativo in più, per ricostruire le ultime ore di vita del giovane cremonese.
Il caso Faliva era già stato archiviato anni fa, a fine 2011, dalla polizia di Bermuda, come probabile allontanamento volontario. Così c’era scritto nella copia del dossier che la famiglia aveva ricevuto dal ministero degli esteri quando era stata convocata a Roma. Versione che non aveva mai convinto i parenti del 31enne, dal momento che Angelo è sparito mentre si trovava sulla nave, in viaggio da Aruba a Cartagena.
Da allora di anni ne sono passati 10 e per la famiglia ogni volta è un alimentare una ferita che difficilmente potrà cicatrizzarsi. Almeno finchè non verrà data una spiegazione a quello che continua, anche oggi, ad essere un mistero.
Michela Cotelli