Cronaca

Legge Salvini, don Pezzetti: 'Noi continueremo ad accogliere come sempre fatto'

La Caritas cremonese continuerà ad accogliere i migranti, anche quelli che non godono più dei benefici previsti dai percorsi di accoglienza istituzionali e anche coloro che, una volta abolito il permesso per motivi umanitari, non potranno usufruire nemmeno dei nuovi permessi ‘speciali’. “Da questo punto di vista la legge Salvini per noi non cambia di molto la situazione che abbiamo sempre vissuto”, ci spiega don Antonio Pezzetti, direttore della Casa dell’Accoglienza che già oggi ospita 150 migranti su convenzione con la Prefettura, ma altri 200 che non rientrano in questo percorso. “Sono prevalentemente persone che hanno terminato il periodo in cui sono previsti i benefici dei percorsi di accoglienza e che quindi vengono fatte uscire dalla maggior parte delle cooperative. Noi, come tutte le strutture diocesane, non mandiamo in strada nessuno solo perchè non rientra più nei percorsi istituzionalizzati”. Ossia, quelli per cui lo stato paga i 35 euro al giorno. “Fare uscire queste persone significa renderle maggiormente preda di circuiti irregolari, con ancora maggiori problemi in termini di sicurezza”.

Di ieri la notizia che il direttore della Caritas Ambrosiana e delegato regionale Luciano Gualzetti, in un convegno organizzato con l’associazione ‘Città dell’uomo’ di Milano, ribadiva questi stessi concetti dicendo che la decisione di non respingere nessuno riguarderà, in particolare, i titolari di permesso per motivi umanitari e coloro che riceveranno il nuovo permesso per protezione speciale che non potrebbero più essere accolti nel nuovo sistema di accoglienza (ex Sprar)”. Le Caritas lombarde potrebbero anche non partecipare alla prossima tornata di convenzioni che le prefetture aggiornano ogni tre anni, ma “continueranno in ogni caso a garantire, sempre a proprie spese, i percorsi di integrazione avviati: corsi professionali, tirocini in azienda, …”.

La maggiore preoccupazione, anche per don Pezzetti, collegata al decreto Salvini, che di fatto non sta modificando più di tanto la situazione dell’accoglienza, è legata all’abolizione del diritto di iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo che li priva di diritti quali quelli garantiti dal servizio nazionale e dall’assistenza sociale, ma rende anche enormemente più difficoltosa la ricerca di un lavoro. g.b

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