Il veto di Hitler alla nomina di Farinacci a capo del Governo
di Marco Bragazzi
Il 9 e 10 settembre 1943 furono, verosimilmente, giornate di ‘iperlavoro’ per gli addetti dei Servizi Segreti Inglesi. Il giorno prima l’Italia aveva firmato l’armistizio di Cassibile con gli Alleati, firma che cambiava completamente il corso della Seconda Guerra Mondiale, per cui gli operatori al servizio di intercettazione e decifratura vennero chiamati ad una alzataccia mattutina (o ad un paio di turni notturni continuativi) per cominciare ad intercettare e decifrare i messaggi che, da Berlino, chiarivano la strategia della operazione ‘Achse’ (Asse), ovvero la risposta militare tedesca all’armistizio per mantenere il controllo dell’Italia. Gli inglesi sono preoccupati, la Sicilia sta per essere liberata ma, all’interno della operazione alleata ‘Avalanche’, il 9 settembre rappresenta anche la data per il secondo sbarco in Italia, quello di Salerno. Il livello di sicurezza nella residenza del Secret Intelligence Service a Bletchley Park è assoluto, i messaggi vengono decifrati, riassunti e, soprattutto stampati in numero contato e consegnati personalmente: uno per Winston Churchill, e pochi per il Capo di Stato Maggiore e i suoi comandanti delle forze armate. Le regole sono chiare: gli operatori devono decifrare tutto, ogni messaggio può essere utile per capire le strategie di uscita dalla guerra dell’Italia e le scelte operative dei nazisti nel teatro del Mediterraneo, sia a livello militare che dal punto di vista politico.
“Himmler ha dato disposizione di agire liberamente per quanto riguarda la liberazione di Mussolini, la cui ubicazione non è stata divulgata a nessun centro militare tedesco”.
In quei giorni Mussolini è in stato di arresto sul Gran Sasso, il Fuhrer in persona ha chiesto di liberarlo al più presto e Himmler, ben consapevole dei rischi che poteva correre, non si intromette con ordini personali nell’operazione perché sapeva bene che, se la missione fosse fallita, la prima testa a finire sul patibolo sarebbe stata la sua. Per liberare il Duce il 12 settembre e “togliere le castagne dal fuoco” a Himmler ci penserà l’operazione ‘Fall Eiche’ (Quercia), sviluppata in binomio tra il comandante dei paracadutisti tedeschi Kurt Student e uomini scelti dalle SS guidati dal capitano Otto Skorzeny. In Inghilterra, tra un sigaro e il thé quotidiano, Churchill deve leggere tutto, anche di ciò che avviene a Cremona, posta al centro del quadrilatero difensivo tedesco del Po, dove i tedeschi invieranno subito come rinforzo un battaglione della 2^ divisione corazzata SS. I combattimenti saranno sporadici, la città del Torrazzo verrà considerata ‘controllata’ il 10 settembre e subito rinforzata per garantire l’asse difensivo con Mantova, Brescia e Verona. Gli inglesi sfruttano la loro capacità di decifrare i codici Enigma tedeschi per fare una profonda analisi della situazione militare italiana, dove i porti e l’atteggiamento della Regia Marina sono gli ‘osservati speciali’ per capire come procedere con l’operazione ‘Avalanche’. Himmler diventa letteralmente il protagonista del ‘valzer’ di messaggi in partenza da Berlino, sua la strana richiesta, ma giudicata molto interessante dagli inglesi, di avere una copia del ‘Mein Kampf’ in italiano, forse per interrogare i fascisti sulla loro conoscenza del libro scritto da Hitler come prova di fedeltà alla Germania.
Ma il Primo Ministro Churchill vuole essere soprattutto informato anche della situazione politica, per chiarire come evolverà il Governo del Belpaese. Il 9 Mussolini è ancora in arresto, alcuni gerarchi sono in fuga, Farinacci è sotto la protezione dei tedeschi, Himmler vuole fare “piazza pulita” dei traditori veri o presunti. I tedeschi, che da giorni stavano organizzando l’operazione ‘Achse’, fanno scattare gli arresti, 800 fascisti di primo piano e circa 200mila a vario titolo in tutta Italia vengono fermati, la polizia militare deve arrestare chiunque anche su semplice denuncia anonima. Himmler chiede che vengano liberati alcuni gerarchi imprigionati dopo la caduta di Mussolini come Carlo Buffarini Guidi (poi fucilato a Milano a guerra finita) e Giuseppe Tassinari, Carlo Scorza andava catturato e arrestato mentre Renato Ricci era già in Germania ma doveva ricongiungersi con la famiglia.
Himmler sta cercando di creare un Governo fedele alla Germania, il 10 settembre un messaggio intercettato dagli inglesi spedito sia da Berlino che dall’ambasciatore giapponese in Germania Hiroshi Oshima con criptoscrittura di livello 1 al ministero della guerra nipponico specifica il ruolo di Farinacci del post 8 settembre. Oshima chiarisce a Tokyo che l’ambasciatore tedesco in Italia e generale delle SS Hans Georg Von Mackensen in una riunione del 9 settembre vuole un nuovo governo con Farinacci alla guida, Pavolini e il figlio di Mussolini, Vittorio, come garanzia per la continuità dell’occupazione tedesca in Italia. Mackensen era stato storicamente un’oppositore del ritorno al governo di Benito Mussolini dopo la sua caduta politica e Himmler, molto furbescamente, non lo aveva avvertito della ferrea volontà di Hitler di liberare e riportare il Duce come capo dell’esecutivo. Per gli inglesi questo è un passaggio fondamentale, Oshima era consideratissimo da parte di Hitler, per cui Churchill capisce che le notizie sull’Italia si accavallavano quasi senza logica, dando l’impressione che regnasse la confusione totale tra i tedeschi e gli italiani, fatto che avrebbe aiutato le operazioni Alleate nella penisola. Hitler, invece, non apprezzò per nulla la proposta di Mackensen, l’ambasciatore venne richiamato pochi giorni dopo e “parcheggiato” mentre Farinacci e Vittorio Mussolini verranno allontanati dal neonato esecutivo.
Nei files inglesi c’è spazio anche per le rivalse personali e i litigi, come quello del futuro plenipotenziario del Reich in Italia, Rudolph Rahn, nei confronti dell’ambasciatore italiano Raffaele Guariglia, “reo” di averlo informato dell’armistizio senza margini di trattativa. L’operazione ‘Asse’ doveva essere svolta in maniera rapida ed efficace, cercando in tutti i modi di soverchiare le forze italiane con il minor numero di combattimenti e di impossessarsi dei luoghi strategici così come del materiale bellico che poteva essere utile ai tedeschi, mentre per gli Alleati la guerra aveva avuto una rapida trasformazione, ora andava combattuta sempre di più dai soldati ma anche dalle spie e dall’intelligence. Ma l’operazione ‘Asse’ non fu “un’improvvisata”: Himmler, da luglio del 1943, con l’operazione ‘Alarico’ e il trasferimento preventivo di decine di divisioni tedesche in Italia aveva già chiari i presupposti per “scavalcare” le future decisioni italiane.