Cronaca

Carcere, a Cremona manca personale e crescono detenuti con problemi psichiatrici

Sovraffollamento e infrastrutture inadeguate; carenza di personale e criticità sanitarie, soprattutto per la gestione di numerosi soggetti psichiatrici che sono in aumento. Un quadro tutt’altro che edificante per il carcere di Cremona, la cui responsabile è stata sentita mercoledì durante l’audizione tenuta dalla Commissione speciale Carceri, presieduta da Gian Antonio Girelli (Ps), con i responsabili delle case circondariali di Mantova, Cremona e Lodi.

All’incontro erano presenti la Direttrice della casa circondariale di Mantova, Rossella Padula, la Direttrice di Cremona, Maria Gabriella Lusi, e il Comandante dell’istituto di Lodi, Simona Di Cesare.

“E’ stato un incontro molto utile per individuare le criticità” ha dichiarato Girelli. “Sono anche emersi spunti nuovi e positivi da valorizzare, come l’introduzione del care giver e la responsabilizzazione dei detenuti. Stiamo per terminare il giro d’incontri con i responsabili dei penitenziari lombardi, per poi sollecitare soluzioni. Abbiamo già chiesto alla Regione un maggiore impegno nel sostenere i progetti e gli interventi a favore dei detenuti”.

Carenza di personale apicale di Polizia penitenziaria e di funzionari amministrativi (1 solo contabile, 5 Sovrintendenti al posto dei 30 previsti, 6 Ispettori anziché 26, 1 Commissario al posto di 3), problemi di gestione sanitaria dei numerosi detenuti con problemi psichiatrici sono le criticità illustrate da Maria Gabriella Lusi relativamente al carcere di Cremona.

A fronte di una popolazione di 430 detenuti (di cui 167 italiani e 263 stranieri, per lo più nord africani, seguiti da romeni ed albanesi) oltre 300 sono in terapia piscofarmacologica: la responsabile lamenta difficoltà nel reperimento dei farmaci e nel garantire la continuità assistenziale, a causa dell’alta percentuale di persone trasferita da altri istituti penitenziari lombardi (per lo più dal carcere milanese di San Vittore). La direttrice ha chiesto che venga presto avviata una formazione integrata tra personale penitenziario e sanitari sul trattamento dei detenuti con disturbi o disabili.

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