Cronaca

Molestò 12enne dopo averla attesa mentre andava a scuola 6 anni all'autista di scuolabus

Una pena di sei anni per violenza sessuale aggravata. E’ stato ritenuto colpevole del reato l’autista di scuolabus di un paese del cremasco che oggi è stato condannato dal collegio composto dal presidente Francesco Sora con a latere i colleghi Giulia Masci e Chiara Tagliaferri. Vittima, una 12enne cremasca, oggetto delle avances dell’imputato che le aveva chiesto baci e che l’aveva abbracciata e palpeggiata sui glutei. La ragazza, oggi 14enne, era parte civile insieme ai genitori. Per il risarcimento, i giudici hanno disposto una provvisionale di 20.000 euro per la ragazzina e di 5 mila euro ciascuno per i genitori. Per l’imputato, il pm Francesco Messina aveva chiesto una pena molto più bassa: due anni, considerata l’ipotesi più lieve del reato. La motivazione della sentenza della condanna sarà depositata entro 90 giorni.

I fatti si riferiscono al periodo tra ottobre e dicembre del 2016. Il 14 dicembre di quell’anno la giovane, che frequentava le scuole medie, si era confidata con la sua insegnante alla quale aveva raccontato che mentre andava a scuola in bicicletta veniva reiteratamente fermata, molestata, disturbata e toccata dall’autista del pulmino che accompagnava gli studenti a lezione. Di quanto accaduto, oltre all’insegnante e ai genitori, era al corrente anche un’amichetta vittima che oggi in aula, nascosta dietro un paravento, è stata sentita come ultima testimone. Secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Eliana Valdameri, si è trattato di “una vendetta”, in quanto l’imputato aveva ripreso le ragazze perchè scoperte a fumare, ma la giovane che oggi ha testimoniato ha riferito che nessuna delle due fumava. Falso, sempre secondo l’avvocato Valdameri, che ha ricordato che le due giovani, proprio perchè sorprese dalle insegnanti a fumare nei bagni, per punizione non avevano potuto partecipare ad una gita scolastica.

Di quanto accaduto aveva parlato la scorsa udienza l’insegnante con la quale la 12enne si era confidata. “E’ successo il 14 dicembre prima che iniziassero le lezioni”, aveva raccontato la donna. “Mi ha detto di essere stata importunata dall’autista dello scuolabus che l’aveva invitata a salire sul pulmino, le aveva fatto apprezzamenti e le aveva toccato il sedere. Era molto agitata, preoccupata. Si vedeva che voleva togliersi un peso”. La notizia si era presto sparsa in tutta la scuola. “Quando era venuto a prendere i ragazzi”, aveva ricordato l’insegnante, “l’autista ha detto che lui non aveva fatto nulla e che si erano inventate tutte quelle cose perché lui le aveva sorprese a fumare. Poi ho saputo che l’avevano sospeso”.

Quelle confidenze, l’insegnante le aveva riferite ai genitori della ragazza. “Era già da un po’ di tempo che era restia ad andare a scuola da sola”, aveva detto in aula il padre della minore, assistito dall’avvocato Debora Mossoni. “Mia figlia mi ha poi raccontato che l’autista dello scuolabus l’aspettava tra casa e scuola. Era fermo con il pulmino vuoto, scendeva e attendeva che lei arrivasse. Poi la invitava a uscire, l’ha abbracciata, le ha chiesto di dargli un bacio e in un’occasione le ha messo una mano sul sedere”. “Era molto preoccupata e turbata da quelle attenzioni”, aveva ricordato il padre della ragazzina. “Mia figlia ha riferito tutto con molta difficoltà e si è anche messa a piangere. A gennaio, per due volte è stata accompagnata al pronto soccorso per attacchi di panico. Poi quando si è liberata da questo peso è riuscita a scrivere un diario”. “Qualche giorno dopo i fatti”, aveva raccontato ancora il padre, “sono andato a parlare con l’autista. Gli ho detto che era inconcepibile ciò che era successo e che doveva lasciarla in pace, ma lui ha negato tutto”.

“Non ho mai fatto avances a questa ragazzina”, aveva ribadito l’imputato, sposato e padre di una bimba piccola. “Non sapevo neanche chi fosse. Quando me l’hanno indicata, l’ho ricordata in quanto 15 giorni prima l’avevo vista fumare e l’avevo ripresa dicendole di buttare via quella m…”. “Per questa vicenda”, ha ricordato oggi, “sono stato sospeso dal mio incarico ormai da due anni e ho perso anche la casa”.

Poteva, l’autista, con il percorso programmato e i ragazzi da accompagnare a scuola avere il tempo di fermarsi ad aspettare la ragazzina con il pulmino vuoto? No, secondo la difesa, che ha provato a dimostrare che l’uomo non avrebbe mai potuto essere solo. Sul mezzo, infatti, insieme all’autista viaggiavano anche degli assistenti. “Tranne il sabato”, aveva però tenuto a precisare uno dei testimoni, “perché quel giorno non c’è la scuola dell’infanzia”. Per l’accusa, la 12enne era stata fermata proprio il sabato. “Sono sicuro”, aveva detto il padre, “perché era il giorno in cui aveva palestra e con sé aveva la sacca da ginnastica”.

Sara Pizzorni

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