Immigrazione, Viola: 'Solidale col sindaco Orlando'; giovedì Galimberti al direttivo Anci

“Il sindaco Orlando ha tutta la mia solidarietà e rispetto. Ha voluto sollevare una questione che implica il rispetto delle norme costituzionali attraverso un atto molto forte che adesso però si deve tradurre in atti amministrativi. C’è da vedere, come tradurla in pratica”. L’assessore al welfare del Comune di Cremona Rosita Viola, mostra vicinanza alla presa di posizione dei sindaci ‘ribelli’, che cioè hanno dato disposizioni ai propri uffici di sospendere l’efficacia della legge 32/2018, meglio nota come decreto Salvini sull’immigrazione. Una posizione, quella di Viola, più netta rispetto a quella espressa dal primo cittadino cremonese anche se, precisa la diretta interessata, “sono dell’opinione che vada prima di tutto tentata una composizione in sede Anci”, prima di atti dimostrativi forti come quello del sindaco di Palermo che addirittura auspica un’apertura di indagine nei suoi confronti, pur di arrivare a svelare in sede giudiziaria l’incostituzionalità delle nuove norme. Proprio coi colleghi dell’Anci nazionale si ritroverà il sindaco Gianluca Galimberti dopodomani giovedì 10 gennaio per la riunione del direttivo allargato ai sindaci dei capoluoghi di provincia. All’ordine del giorno, le valutazioni e le proposte sulla legge di bilancio e, appunto, sul decreto sicurezza. E la settimana successiva, il 16, sarà la Viola a partecipare alla riunione della Commissione Immigrazione, sempre dell’Anci nazionale, di cui fa parte. Se non si trovasse una posizione maggioritaria dei sindaci per contrastare provvedimenti che sarebbero in contraddizione con almeno tre o quattro articoli della Costituzione, oltre che a sentenze della stessa Suprema Corte, i Comuni potrebbero valutare la strada di atti regolamentari propri che, ad esempio, rendano possibile il riconoscimento dei diritti di base (in particolare attinenti a salute e servizi sociali) per coloro che, stante la legge Salvini, questi diritti perderebbero.
In particolare, quello che gli amministratori di sinistra prefigurano, è la creazione di nuove sacche di irregolarità dovute all’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, il che implica, anche per chi si trova già in Italia da tempo e grazie a quel permesso sta lavorando, la perdita delle misure di
accoglienza. Queste persone perderebbero anche – ma il dettato non è chiaro – l’iscrizione obbligatoria al Servizio Sanitario Nazionale, con il rischio che siano poi gli enti locali a doversene far carico. Altro punto critico, sottolinea Viola, è la drastica riduzione dei percorsi di integrazione strutturati come gli Sprar a favore invece dei maxi centri di accoglienza emergenziale (Cas), dove finirebbero sia i richiedenti asilo, sia i richiedenti protezione umanitaria. Lo Sprar verrebbe riservato ai soli titolari di protezione e ai minori stranieri non accompagnati.
“Come assessorato – afferma Viola, ho avviato subito una ricognizione con gli uffici demografici e dei servizi sociali per capire le ricadute effettive della nuova legge sul territorio cremonese”. Il decreto è in vigore dal 5 ottobre, non è retroattivo, e le sue conseguenze sono ancora da quantificare. La proposta che l’Anci dovrebbe portare al Governo a seguito dell’incontro del 10 è di apportare correttivi alla nuova legge, che sarebbe impraticabile nei fatti e di cui, afferma Viola, “non si capisce la ratio, perchè non è che se non posso più iscrivere all’anagrafe queste persone, di colpo spariscono”, né tantomeno i sindaci hanno il potere e le forze per rimpatriarle.
“Prima di parlare a sproposito – aveva commentato a proposito dei sindaci ribelli il senatore leghista Simone Bossi – questi sindaci farebbero meglio a leggere i contenuti del decreto Salvini, promosso dal Governo, approvato dal Parlamento democraticamente eletto e firmato dal Presidente della Repubblica. Un provvedimento che finalmente mette ordine dove prima regnava il caos, dando ai sindaci e alle forze sul territorio le risorse necessarie per contrastare in maniera adeguata il crimine e il degrado. Se non vogliono applicare la legge, non facciano i sindaci e rassegnino le dimissioni”.
Cremona ha una lunga tradizione, ben prima dell’amministrazione di centrosinistra, di adesione al progetto Sprar del Ministero degli Interni. L’ultimo bando pubblicato nel 2017 dalla Prefettura per la ricerca di strutture di accoglienza prevedeva per quell’anno qualcosa come 1500 arrivi sul territorio provinciale, per una spesa di circa 14,4 milioni. g.biagi