Cultura

I celebri violini cremonesi a disposizione di tutti: nasce la Banca del Suono

I violini dei celebri liutai cremonesi, Stradivari, Amati e Guarneri del Gesù, saranno protagonisti del progetto denominato ‘Banca del Suono’, che punta a mettere a disposizione, come dice il nome stesso, il suono in digitale di questi famosi strumenti a tutti i musicisti e i compositori del mondo.

Il progetto, che prenderà il via il 7 gennaio, prevede la realizzazione di un database di note, in tutte le loro possibili variazioni, che verranno registrate proprio dagli strumenti cremonesi nell’auditorium del Museo del Violino attraverso l’utilizzo di ben 30 microfoni e che verranno poi elaborate da un software realizzato proprio per questo scopo.

“La prima fase del lavoro, ossia quella della registrazione durerà 5 settimane” spiega il presidente di Friends of Stradivari, Paolo Bodini. “Per l’occasione verranno utilizzati strumenti e musicisti accuratamente selezionati: il Vesuvius 1727, che sarà affidato al maestro De Lorenzi, il Principe Doria 1734 suonato da Gabriele Schiavi, violinista del conservatorio di Piacenza, la viola Andrea Amati del 1615 suonata da Win Jannsen, il violoncello Stauffer 1700 affidato al maestro Andrea Nocerino, docente al conservatorio di Cremona”. 

Per arrivare a mettere in campo il progetto si è reso necessario anche risolvere un problema di tipo acustico: “Il passaggio delle auto sull’acciottolato attorno all’Auditorium crea delle vibrazioni che vengono trasmesse attraverso il terreno all’interno e che vengono registrate dagli strumenti più sensibili” commenta ancora Bodini. “Per risolverlo, via Belcavezzo verrà chiusa al traffico per alcune ore al giorno”.

Ad occuparsi della registrazione sarà l’azienda Audiozone studios di Piacenza, che si avvale della collaborazione di due importanti aziende partner tedesche che realizzeranno il software ed elaboreranno il suono. “I nostri soci tedeschi stanno sviluppando dei linguaggi informatici appositi per questo progetto e otterremo un software davvero innovativo” spiega Mattia Bersani di Audiozone. “Si tratta di aziende di Berlino e Amburgo che sono rimaste entusiaste dalla proposta. Il nostro intendo è quello di digitalizzare il suono e renderlo così immortale, con file storici che saranno accessibili a tutti: con i nostri software chiunque potrà suonare questi strumenti, usando il computer”.

“Si tratta di un progetto importante, che si inserisce in un programma più generale di classificazione degli strumenti storici cremonesi, con le loro caratteristiche, e via di seguito” commenta il sindaco Gianluca Galimberti. “Cremona offre, dal punto di vista tecnico e scientifico, ciò che non c’è da nessun’altra parte al mondo dal punto di vista dell’offerta di ricerca musicale”.

LaBos

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