Cronaca

Parking Marconi, Saba ricorre e prospetta un indennizzo da record da parte del Comune

E’ una cifra astronomica quella che il Comune dovrebbe sborsare a Saba per uscire dal contratto rivisto nel 2010 e che prevede un aggiornamento biennale dal 2016 in poi, delle condizioni economiche per ripianare il disavanzo degli incassi presso l’autosilo Marconi. Considerando uno sbilancio medio di introiti di circa 2 milioni (la cifra che circola a livello di indiscrezione) calcolati ogni due anni, rispetto alle condizioni pattuite da qui al 2047, termine della concessione, da un calcolo approssimativo risulta che il Comune dovrebbe versare a Saba qualcosa come 28 milioni di euro per i prossimi 28 anni. Il Comune farà valere l’articolo 30 della convenzione, che prevede la possibilità di attuare la revoca in presenza di motivi di pubblico interesse, con Aem Spa che ha già manifestato la disponibilità alla gestione unica dei parcheggi.

Cifre tutte da verificare alla luce delle convenzioni e dei pareri legali, e che serviranno per trovare una mediazione tra le due parti. Il Comune, come emerge dalle considerazioni di diversi esponenti di Giunta,  non ha certamente intenzione di pagare una cifra nemmeno lontanamente simile a quella prospettata. Lo ha fatto intendere anche il vicesindaco Maura Ruggeri nella conferenza stampa pre-natalizia: “Cosa costerebbe alle future gestioni mantenere questa convenzione capestro?”, lasciando capire che il Comune ha buone carte in mano per far valere i propri diritti e quelli dei cittadini cremonesi. La carta che invece ha in mano Saba è quella del ‘lucro cessante’: quanto valgono i mancati guadagni derivanti dalla fine anticipata della gestione? E quanto valgono gli investimenti finora fatti? Occorrerà quindi trovare  un punto di equilibrio, chiarendo anche se i mancati guadagni che Saba accuserà, derivino da un’ipotesi di pieno utilizzo del parcheggio, che di fatto non è quasi mai al completo, anzi tutt’altro.

All’interno della convenzione, sottolinea l’amministrazione, “nel 2010 e nel 2013 sono state introdotte condizioni peggiorative per il Comune: estensione della durata del contratto e il riequilibro del Piano Economico Finanziario, anche in assenza di eventi straordinari ed imprevedibili, attraverso aumenti delle tariffe o nuovi posti a pagamento in superficie dati in gestione a Saba. In questi ultimi anni, il Comune ha constatato elementi critici riguardanti il controllo dei flussi economici e le richieste da parte di Saba di avere in gestione sempre più posti a raso e dell’aumento delle tariffe degli stalli blu, condizioni mai accettate dall’attuale Amministrazione e non sostenibili dalla città”.

Contro questa decisione di Giunta, Saba ha fatto ricorso al Tar. Nell’atto di citazione viene additato il difetto di comunicazione da parte dell’ente locale di quanto deciso, ma soprattutto viene contestata la carenza di motivazioni nell’invocare la pubblica utilità. “La convenzione – si legge nel ricorso – è stata oggetto nel corso degli anni di ben 4 atti integrativi (l’ultimo dei quali nel 2014) i quali evidentemente presuppongono la previa valutazione  della permanente sussistenza di un pubblico interesse nella gestione da parte della ricorrente Saba. Non è dato capire dalla delibera di Giunta per quali motivi la gestione Saba non corrisponda ora più al pubblico interesse tanto da giustificarne la revoca…”. Viene inoltre ricordato come andrà calcolato l’indennizzo, indispensabile per rendere effettiva la revoca: ” valore delle opere realizzate più i costi accessori, al netto degli ammortamenti; penali ed altri costi sopportati dal concessionario come conseguenza della revoca; indennizzo, in ragione del lucro cessante, pari al 10% del valore del servizio ancora da prestare, quantificato sulla base delle previsioni del Piano Economico Finanziario”.

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