Cronaca

Aumentano i reati contro le donne. In un anno i casi di stalking passati da 48 a 63

Il procuratore Pellicano

Stalking, violenze sessuali, maltrattamenti e lesioni in ambito familiare. Crescono anche nel nostro territorio i reati contro la persona e le fasce deboli della popolazione. Un vero e proprio boom in negativo sul quale occorre tenere alta la guardia. Lo sa bene il procuratore di Cremona Roberto Pellicano, che nella riorganizzazione degli uffici della procura ha riservato l’impiego di molta forza lavoro proprio alla violenza di genere. In un anno a Cremona e provincia i casi di stalking sono passati da 48 a 63, mentre quelli di maltrattamenti in famiglia, da 97 a 104.

Fenomeni in aumento sui quali bisogna concentrarsi al massimo. “Si tratta”, ha spiegato il procuratore, “di reati che hanno un’escalation: partono da un momento e sono destinati a crescere di intensità fino ad arrivare agli epiloghi più drammatici. Casi che tendono quindi ad aggravarsi e sui quali devono esserci interventi più incisivi nella fase più avanzata”. La guardia, in procura, è alta. Negli uffici si trattano 5000 fascicoli l’anno. Di questi, 894 sono attribuiti ai pm in base alla specializzazione. 365 riguardano l’ambito delle cosiddette ‘fasce deboli’, e cioè stalking, violenze sessuali, maltrattamenti e lesioni in ambito familiare. Una materia, questa, che assorbe le maggiori energie della procura e alla quale è dedicato un gruppo di ben tre magistrati (i pm Francesco Messina, Lisa Saccaro e Milda Milli). Un impegno sempre crescente, in quanto via via che si consolida e diviene più efficiente l’apparato repressivo, cresce anche il numero delle donne che si presenta per denunciare e porre termine a situazioni di abuso anche persistenti nel tempo e dunque il numero dei procedimenti trattati.

Sotto il profilo statistico, restano costanti (65 contro i 61 precedenti) i reati in materia di libertà sessuale, mentre sono in aumento i delitti di stalking, passati dai 48 dell’anno 2016/17 ai 63 del 2017/18. I reati di maltrattamenti in famiglia iscritti nell’ultimo anno sono pari a 104 contro i 97 dell’anno precedente. I procedimenti di questo genere rappresentano quindi oltre un terzo del totale della materia specializzata (365 fascicoli su 894).

“I problemi sono enormi”, ha ammesso il procuratore: “Il magistrato deve stare molto attento. La denuncia va esaminata con molta criticità, si tratta di reati estremamente delicati”. Spesso, infatti, ci si trova davanti a conflitti familiari o a vendette, tanto che in molti casi i procedimenti vengono archiviati. “E’ difficile”, ha detto ancora Pellicano, “essere incisivi e aggressivi senza calpestare i diritti, ma qualcosa si può certamente fare per fermare questa escalation. Anche solo risparmiare una vita fa la differenza”.

Nel nostro territorio, nell’ultimo triennio, ci sono stati cinque casi di femminicidio avvenuti ad opera sia di italiani che si stranieri, alcuni dei quali incensurati o altri con alle spalle precedenti penali per violenze. In un solo caso un marocchino aveva un precedente per maltrattamenti nei confronti della compagna, poi diventata la sua vittima. I casi di lesioni gravi riconducibili all’ambito familiare, sempre nell’ultimo triennio, sono stati sette, con donne che hanno riportato lesioni superiori ai 40 giorni. Nella maggior parte dei casi, quando si arriva alle mani in modo grave, scatta da parte delle vittime la denuncia per maltrattamenti in famiglia.

“Le indagini”, ha concluso ancora il procuratore, “devono essere tempestive e veloci: una denuncia per maltrattamenti, ora, viene trattata immediatamente. Il fenomeno sta crescendo, ma la nostra attenzione c’è. E’ la materia di cui ci si sta occupando di più”.

Quest’anno è stato avviato il turno settimanale ‘fasce deboli’, un servizio che permette alle forze dell’ordine, e, attraverso queste, a coloro che si occupano della materia, come assistenti sociali, medici legali, di contattare direttamente il magistrato del gruppo specializzato per ricevere indicazioni idonee a gestire situazioni urgenti relative ai reati di atti persecutori, maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni in ambito familiare. In questo modo la polizia giudiziaria che si trova a fronteggiare situazioni relative a questi reati ha a disposizione un’ interlocuzione immediata e specializzata con l’autorità giudiziaria, messa in grado di assumere la tempestiva direzione delle indagini e di supportare la stessa polizia giudiziaria anche per questioni diverse da quelle di carattere giuridico che di volta in volta si presentano, attingendo eventualmente alla rete di protezione delle persone offese presente sul territorio, come ad esempio i centri antiviolenza o la sistemazione in case protette. “In questo modo”, ha detto il procuratore Roberto Pellicano, “la procura di Cremona ha raggiunto un livello di efficienza che la pone all’avanguardia nel contrasto al fenomeno”.

Sara Pizzorni

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