L'attacco a Strasburgo già previsto nelle carte della cellula terroristica cremonese
«I medici si sono presi 48 ore per valutare le condizioni di Antonio», ha detto Danilo Moresco, padre di Luana, la fidanzata di Antonio Megalizzi, il giornalista italiano rimasto gravemente ferito nell’attentato di Strasburgo. Lui è solo uno dei feriti di questo tragico evento dove un uomo tuttora in fuga ha sparato sulla folla ai mercatini di Natale. Rileggendo il libro del giornalista cremonese Roberto Fiorentini, Ai cani la carne degli infedeli in cui si analizzano le cellule del terrorismo islamico in Lombardia partendo da Cremona e dalla moschea di via Massarotti perquisita nel 2004, si resta però senza parole. Il volume, citando documenti sequestrati nella moschea, riporta come già quasi 20 anni fa la Cattedrale di Strasburgo e i mercatini di Natale potessero essere presi d’assalto da terroristi islamici. Rileggendo quei documenti si nota anche come Londra, Parigi e Bruxelles, città che, si sa, sono poi state attaccate dal terrorismo recente, erano già nel mirino degli uomini della Jihad che ne hanno lasciato tracce nel covo della cellula cremonese. Cosa ci insegna questo studio di alcuni anni fa ma quanto mai attuale? Che non sono cambiate le destinazioni d’attenzione del terrorismo così come i bersagli-simbolo e che forse, con una maggiore attenzione e allerta, qualcosa si poteva prevenire. E se la prudenza non è mai troppa, la guardia va tenuta sempre più alta, con uno sguardo anche al passato per capire il futuro.