Cronaca

Spray al pepe a scuola, si teme emulazione. In arrivo provvedimento disciplinare

La scuola InChiostro di Soncino

All’indomani della vicenda dello spray al peperoncino spruzzato nella classe prima di una scuola professionale per diventare chef, a Soncino (cooperativa InChiostro), così come accaduto anche a Pavia, non mancano le reazioni delle istituzioni. A intervenire, l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Melania Rizzoli, secondo cui “I fatti avvenuti nelle due scuole di Pavia e Soncino sono molto gravi, più di quanto viene mostrato dalle loro semplici conseguenze materiali”.

Secondo Rizzoli, “con ancora negli occhi la tragedia di Corinaldo, il fatto che si siano verificati simili fenomeni di emulazione è un preoccupante segnale di problematiche educative che non devono essere sottovalutate”.

Per questo l’assessore ha incontrato la direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale, Delia Campanelli, per un confronto sulle attività di prevenzione. “Non basterà identificare e sanzionare i giovani che hanno spruzzato quello spray: dovremo chiederci perché i ragazzi, invece di essere responsabilizzati dalle drammatiche conseguenze di azioni tanto imprudenti, si sentano spinti a replicarle”.

In particolare, nel caso di Soncino la responsabile risulta essere una 14enne bresciana, che ora rischia di finire in guai seri, dopo aver spruzzato il contenuto della bomboletta di spray durante una delle ultime ore di lezione della mattina. La giovane, rassicura il dirigente della scuola, Alessio Gatta, “sarà oggetto di provvedimenti disciplinari. Ma non ci fermeremo qui: vogliamo fare qualcosa che non sia contro i ragazzi ma che sia vicino a loro: quello dell’emulazione si sta rivelando un problema non da poco ed è necessario un intervento capillare ed educativo, da mettere in campo con la rete scolastica territoriale. In questo caso la situazione si è conclusa bene, fortunatamente senza gravi conseguenze, ma avrebbe potuto andare molto peggio. Bisogna aiutare i nostri ragazzi a capire che questo tipo di azioni comporta delle responsabilità, per metterli nella condizione di focalizzare i rischi che abbiamo corso, per cercare assieme a loro le risorse necessarie per non ripetere certi errori, per costruire assieme a loro un comune senso di cittadinanza”.

La scuola ricostruisce anche quanto accaduto nella giornata di lunedì: “Dei 15 studenti presenti in classe, sette hanno dichiarato un livello maggiore di bruciore alla gola ed agli occhi e pertanto il medico intervenuto ha riconosciuto l’opportunità di trasportarli al pronto soccorso con codice verde, chiedendo perciò indicazioni alla centrale operativa in merito a quale fosse il pronto soccorso disponibile ad accoglierli. In seguito, il medico presente ha ritenuto che il tempo di attesa della risposta (trascorso interamente a scuola) di circa un’ora e mezza fosse un sufficiente tempo di osservazione, ha riconosciuto tutti gli studenti in salute e li ha rimandati a casa con i genitori, presenti perché subito allertati dalla scuola”.

Intanto sul fronte delle indagini continua il lavoro dei Carabinieri di Crema, coordinati dal maggiore Giancarlo Carraro, che nei prossimi giorni convocheranno i ragazzi, per verificare le dichiarazioni rilasciate subito dopo l’episodio: “Inoltre vogliamo capire chi abbia portato lo spray a scuola. Stiamo verificando se non vi sia stata una sorta di emulazione, come del resto accaduto diverse volte ultimamente” evidenzia il maggiore. “Purtroppo questa moda degl spray urticanti sta prendendo piede e bisogna correre ai ripari, perché sebbene stavolta non sia accaduto nulla di grave, se qualche bambino avesse avuto problemi respiratori oppure se si fosse verificata una situazione di calca, le cose avrebbero potuto prendere una piega ben peggiore”.

LaBos

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