Cronaca

Indagine doping: Così gira il nandrolone a Cr. L'agente: 'Era roba che usavo io'

Nella foto, da sinistra Catapano, Varriale e Losi

Si sono presentati questa mattina davanti al gip Elisa Mombelli per l’interrogatorio di garanzia, i tre arrestati nell’operazione sul doping portata a termine dagli uomini della squadra mobile di Cremona. Nell’operazione ‘Good Drugs’ sono finiti agli arresti domiciliari il poliziotto della Questura Vincenzo Catapano, 47 anni, in forza alla sala operativa, e i due trentenni Biagio Varriale, di Cremona, e Loris Losi, di Lodi. Sia Catapano, difeso dall’avvocato Luca Curatti, che Varriale, assistito dall’avvocato Alberto Gnocchi, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre Losi ha risposto alle domande del giudice. “Ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere”, ha spiegato l’avvocato Curatti, “in quanto in questa fase non c’è la possibilità di comprendere la concretezza delle accuse che sono state contestate al mio cliente”.

A Catapano sono contestate le accuse di commercializzazione di sostanze dopanti, ricettazione di anabolizzanti, il cui acquisto è vietato dalla legge, e detenzione finalizzata allo spaccio di farmaci a base di nandrolone, considerato uno steroide anabolizzante ed inserito dal 2010 nelle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope. A Varriale e Losi, invece, si contesta la commercializzazione di sostanze dopanti. Secondo quanto emerso dalle indagini e dalle intercettazioni telefoniche, i tre,  frequentatori di una palestra di Cremona, tutti con fisici scolpiti sfoggiati nei profili delle rispettive pagine di facebook (Losi è anche istruttore), avrebbero ceduto ad altri atleti amatoriali le sostanze proibite.

Di body building, anche Vincenzo Catapano, napoletano residente a Cremona, in forza alla Questura come agente della volante e della sala operativa, è davvero appassionato. “All’età di sette anni ho iniziato con il nuoto”, ha raccontato, “poi sono passato a fare karate, ma a 25 anni, quando sono entrato in polizia, per via dei turni che sballavano ho dovuto cambiare sport e mi sono appassionato al body building, ho fatto anche gare amatoriali”. Catapano ha ammesso di conoscere sia Varriale che Losi. “Frequentiamo la stessa palestra, ma ci vediamo solo lì. Non siamo in rapporti”. A casa di Catapano, durante la perquisizione, i suoi colleghi hanno sequestrato diverse sostanze trovate nel frigorifero. “Sì”, ha ammesso lui, “ma sono esclusivamente per uso personale”.

Contro la misura dei domiciliari, l’avvocato Curatti ha già annunciato che farà ricorso al tribunale del riesame, pur avendo chiesto anche oggi una misura meno afflittiva. “Tutto sembra eccessivo e sproporzionato per Catapano”, ha sostenuto il legale. “Il mio cliente è incensurato ed è un poliziotto, la sua è solo una grande passione per questo sport che inevitabilmente, per chi lo pratica in questo modo così forte può portare a luci ed ombre. Ci sta il fatto che assuma sostanze che possano migliorare la prestazione, ma è pur sempre per uno scopo amatoriale e non agonistico, è una sfera privata. Non esiste alcuna ipotesi di una struttura che possa commercializzare o diffondere sostanze”.
L’avvocato Gnocchi, invece, ha chiesto per Biagio Varriale, papà di un bimbo di cinque mesi, la possibilità di andare a lavorare. Il giudice si è riservato.

Sara Pizzorni

Catapano con l’avvocato Curatti

 

Varriale (a destra) con l’avvocato Gnocchi

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