Cremonese, a Lecce gara dai due volti, ma arriva la sconfitta (2-0)
Lecce – Cremonese 2-0
Lecce (4-3-1-2): Vigorito; Venuti, Lucioni, Meccariello. Calderoni; Petriccione, Scavone, Armellino (80’ Haye); Mancosu (95’ Arrigoni); Falco (76’ Palombi), La Mantia. A disposizione: Bieve, Cosenza, Bovo, Dubickas, Fiamozzi, Lepore, Marino, Torromino, Tsonev. All. Liverani.
Cremonese (4-3-2-1): Ravaglia; Mogos, Terranova, Claiton, Migliore; Arini, Greco, Croce (70’ Piccolo); Carretta (80’ Strefezza), Castrovilli (80’ Emmers); Brighenti. A disposizione: Agazzi, Volpe, Kresic, Marconi, Renzetti, Del Fabro, Castagnetti, Boultam, Spaviero. All. Rastelli.
Arbitro: Serra di Torino.
Reti: 64’ Falco, 79’ La Mantia.
Ammoniti: Armellino (B), Brighenti (C), Claiton (C).
La Cremonese illude, ma torna da Lecce senza punti. E’ questa la sintesi stringata di una partita dai due volti e dalle molte sfaccettature. Massimo Rastelli a fine gara bolla la prima frazione del Via del Mare come nettamente migliore rispetto alla prestazione col Livorno. E allora occorre ripartire da qui. Da una gestione del possesso palla che permetta di gestire le energie fisiche e soprattutto nervose, ma anche dalla liberazione della ‘maledizione’ rappresentata dalle zero vittorie in trasferta in oltre un anno. La via è nel lavoro di Rastelli, che ha idee chiare e precise. Come nel preparare la partita di Lecce in cui il sovraccarico della zona centrale ha permesso ai grigiorossi di controllare ritmo e respiro della partita nel primo tempo. I salentini di Fabio Liverani, infatti, mantengono un blocco centrale a protezione della porta (i due difensori centrali più il vertice basso del centrocampo), alzando i terzini fin quasi sulla linea degli attaccanti venendo sostituiti, ai lati degli stessi centrali di difesa, dalle due mezzali, un po’ come faceva il Real Madrid di Zidane. Ciò avviene soprattutto a destra con Petriccione, ma il dato di fatto è che il centro del campo è svuotato. La mobilità del tridente (due trequartisti più Brighenti) fa il resto e la Cremonese costruisce tre palle-gol nitide a riprova del predominio territoriale: Carretta (preferito a Piccolo) spara alto dal limite alla mezzora, mentre Vigorito è bravo sui diagonali di Castrovilli e Brighenti.
Peccato, però, che nella ripresa la Cremonese cali vistosamente. Mister Rastelli ha sempre detto che il nuovo modo di giocare è più dispendioso e che ci vorrà tempo per girare a pieno regime, ma la squadra fatica sin dal rientro in campo. Ravaglia si supera sul siluro di Calderoni in apertura di tempo, mentre Mancosu calcia a lato poco dopo. E’ ora il Lecce a determinare il contesto della gara, complice anche l’abbassamento dei grigiorossi che permettono ai padroni di casa una gestione migliore del campo e una risalita del campo più comoda. La formazione di Liverani, però, ha il grosso merito di riuscire a capitalizzare il predominio e in un quarto d’ora (dal 64’ al 79’) va a bersaglio due volte con Falco (cross di Calderoni da sinistra, primo tentativo respinto dal portiere avversario e tap-in che beffa anche Terranova e Claiton appostati sulla linea di porta) e La Mantia (incornata, leggermente deviata da un avversario, sugli sviluppi di un corner) e in mezzo ci mette pure l’occasione di Mancosu alzato bene in angolo da Ravaglia. Nonostante i cambi, la Cremonese non riesce a rientrare in partita e il Lecce sfiora il tris con il colpo di testa di Haye e il tiro dalla distanza di Calderoni, entrambi controllati dal portiere grigiorosso.
mtaino