Cronaca

Estorsione al sagrestano Il testimone ha un impegno di lavoro, udienza rinviata

Era atteso davanti al gup Elisa Mombelli per testimoniare sulla vicenda del ricatto hard al sagrestano, ma non si è presentato. Il testimone oculare era assente giustificato per un impegno di lavoro, e a quel punto il gup ha rinviato l’udienza al prossimo 7 dicembre. Per quella data sono previste anche le conclusioni. L’arresto dell’imputato, un tunisino di 25 anni residente a Mestre, risale allo scorso primo maggio. Il giovane, pregiudicato, in regola sul territorio nazionale, è accusato di aver estorto denaro ad un sagrestano di una chiesa cremonese che si è già costituito parte civile attraverso l’avvocato Gianluca Pasquali.

La notte dei fatti risale allo scorso 25 aprile, quando vittima e imputato si trovavano in un parcheggio accanto alla Centrale del Latte, zona nota per essere un luogo “a luci rosse”. Il sagrestano, secondo la sua versione, stava fumando una sigaretta seduto a bordo della propria auto, quando era stato avvicinato dal tunisino che gli aveva chiesto di ‘accendere’. Il sagrestano era sceso dalla macchina per prendere l’accendino dalla tasca, e in quel momento gli era caduto il cellulare. Sempre secondo il racconto della presunta vittima, il giovane aveva approfittato dell’occasione per appropriarsi del suo telefono. Aveva quindi rivelato all’uomo di averlo riconosciuto come sagrestano e lo aveva minacciato di chiamare i contatti della sua rubrica e di raccontare loro che lo aveva trovato in una località sospetta, nota in città anche per essere un luogo in cui avvengono episodi di prostituzione maschile.

Il sagrestano aveva poi riferito ai militari di essere stato costretto, la mattina del 26 aprile, a consegnare al tunisino che lo aveva ricattato per la restituzione del suo telefono una somma di 1.500 euro in contanti. Ma l’estorsione era andata avanti: il 25enne gli aveva chiesto altri soldi, e a quel punto l’uomo si era visto costretto a rivolgersi ai militari. La mattina del 1° maggio i carabinieri avevano colto sul fatto il nord africano mentre ritirava altri 150 euro dalle mani della presunta vittima. Nei suoi confronti erano scattate le manette.

Ben diversa la versione dell’imputato, che al contrario ha sempre sostenuto che quei 150 euro facevano parte del compenso per una prestazione sessuale consumata la sera del 25 aprile. La somma pattuita era di 500 euro, ma il sagrestano quella notte gli aveva dato solo 300 euro, dicendo che il resto glielo avrebbe dato successivamente. Il 25enne tunisino è difeso dall’avvocato Fabio Galli.

Sara Pizzorni

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