Peculato, Renato Fiamma si difende: 'Ho tentato di ripianare l'ammanco'
Renato Fiamma, funzionario in servizio presso il carcere di via Cà del Ferro, respinge con forza l’accusa di essersi intascato 14mila 487,37 euro, somma che lo stesso Fiamma, nel suo ruolo di cassiere dell’amministrazione carceraria, avrebbe dovuto depositare presso le Poste Italiane “nel fondo detenuti” e che invece è sparita. Per la procura di Cremona, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, il reato contestato è quello di peculato. L’udienza preliminare nei confronti di Fiamma, già consigliere comunale area Pd, è stata fissata a gennaio. Solo allora il giudice deciderà se mandarlo a processo. “Peraltro il dott. Fiamma”, ha tenuto a precisare il suo legale, l’avvocato Paolo Carletti, “non teme affatto di essere rinviato a giudizio, volendosi difendere non dal processo, bensì nel processo, e serenamente attende l’udienza preliminare con la tranquillità di chi affronta un processo da innocente”.
L’episodio risale allo scorso 9 marzo, giorno in cui la somma avrebbe dovuto essere depositata in posta. In quel momento Fiamma si sarebbe accorto di aver perso la busta contenente i contanti. Secondo la difesa, il funzionario li avrebbe cercati ovunque, ma i soldi non sono più stati trovati. Fiamma avrebbe tentato in tutti i modi di ripianare l’ammanco, chiedendo anche prestiti ad amici e conoscenti, ma una volta resosi conto di non riuscire a reperire tutta la somma, tre settimane dopo il fatto si era presentato in procura insieme al suo legale per sporgere denuncia. Quando era stato sentito dagli inquirenti aveva anche precisato che l’ufficio dove erano custoditi i soldi era aperto a tutti, avendo l’amministrazione carceraria fatto installare proprio lì le macchinette delle bevande.
“Il mio assistito respinge ogni addebito”, ha sempre sostenuto l’avvocato Carletti, “ed è stato lui stesso ad attenzionare la pubblica autorità con riguardo all’ammanco di cui all’imputazione. Sono comunque certo, che l’impianto accusatorio verrà scardinato da una serie di elementi a discarico chiari e fermi”.
Sara Pizzorni