Cronaca

Ciclabile via Bg: per evitare l'esproprio ricorrono al Tar Passo indietro del Comune

L’avvocato Annibali

Per realizzare la pista ciclabile di via Bergamo, il Comune di Cremona aveva inoltrato richiesta di esproprio alla proprietà della ex ditta Capelletti, stabile in parte chiuso e in parte adibito all’agenzia per il lavoro Sapiens, che sorge a poca distanza dal distributore di via Bergamo. Oggetto della richiesta di esproprio, i parcheggi di fronte all’azienda che sarebbero dovuti servire al Comune per costruire la ciclabile. “Sarebbe stato un vero e proprio danno per la ditta”, ha commentato l’avvocato Claudio Annibali, uno dei legali dei titolari che hanno trascinato il Comune davanti al Tar. “Un danno perché ovviamente i parcheggi sarebbero scomparsi, e anche perché l’immobile sarebbe stato svalutato”. Prima del ricorso al Tar, l’avvocato Annibali, nei termini di legge, aveva presentato alcune osservazioni e intanto aveva chiesto agli uffici competenti tutta la documentazione relativa al progetto, senza riuscire ad ottenere nulla se non una cartina. Nel frattempo, però, senza rispondere alle osservazioni del legale, il Comune ha approvato il progetto definitivo della ciclabile, e l’avvocato ha impugnato la delibera per violazione di vizio di legittimità. A quel punto la palla è tornata al Comune che ha proposto alla proprietà una maggiorazione del 10% sul prezzo iniziale se i titolari avessero ceduto alla richiesta di esproprio. Nulla di fatto. Anzi: l’avvocato Annibali ha fatto sapere di aver contestato anche una variante del progetto secondo cui inizialmente la pista ciclabile avrebbe dovuto passare solo da via Fabio Filzi. Solo successivamente, e senza spiegarne i motivi, era stata introdotta la variante che prevedeva anche il passaggio dalla via Bergamo. Si è quindi arrivati alla prima udienza davanti al Tar di Brescia nella quale l’avvocato ha chiesto la sospensiva al Comune, ma la causa è stata di fatto congelata in quanto l’amministrazione comunale, facendo un passo indietro, ha annunciato di voler rinunciare all’esproprio della proprietà, sostenendo di aver individuato dalle mappe catastali spazi pubblici sufficienti alla realizzazione della ciclabile. Il vecchio progetto definitivo è quindi stato modificato e quello nuovo, con il solo uso degli spazi pubblici, è già stato approvato. Se gli accordi saranno rispettati, la causa potrà dirsi chiusa; in caso contrario si tornerà davanti al giudice.

Sara Pizzorni

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