Cronaca

Incendio a San Rocco, ancora tanti i dubbi, se ne parla in Osservatorio rifiuti

I vigili del fuoco al lavoro in discarica giovedì scorso (foto Sessa)

A cinque giorni dall’incendio di rifiuti plastici alla piattaforma della differenziata di San Rocco, non c’è ancora certezza sull’origine dolosa o accidentale delle fiamme. 50 quintali di plastica sono andati in fumo, un quantitativo forse non elevato, ma con effetti devastanti nella percezione dei tantissimi residenti che hanno avvistato la densa nuvola di fumo nero coprire tutta la città. Le domande e i dubbi restano e anzi si intensificano, di pari passo con l’emergere di indiscrezioni riguardanti la gestione dell’emergenza.

Se ne parlerà domani, martedì 30 ottobre, nell’Osservatorio Rifiuti convocato precedentemente all’evento in Comune, per parlare dell’andamento della raccolta differenziata. Sarà presente Linea Gestioni, la società cremasca del gruppo Lgh che gestisce raccolta e stoccaggio nella piattaforma.

Tanti i dubbi da chiarire. Pare ad esempio che all’arrivo dei Vigili del Fuoco, giunti sul posto nel giro di pochi minuti dall’allarme, non vi fossero le chiavi per consentire l’accesso alla piattaforma che ormai era chiusa e che il personale del vicino termocombustore sia stato momentaneamente allontanato per precauzione. Non risulta però che alcun preavviso di un’eventuale situazione di rischio sia mai stato emanato ai sindaci dei comuni circostanti. La diossina sprigionatasi dalla combustione della plastica non è stata misurata da Arpa per stessa ammissione dell’agenzia regionale, a causa della scarsa durata dell’incendio. Quindi non si sa in che misura i cremonesi (e probabilmente i piacentini appena al di là del fiume visto che il vento andava in quella direzione) ne abbiano respirata.

C’è poi il tema della comunicazione tra i diversi soggetti proprietari degli impianti di san Rocco, frutto dello spezzatino societario originato dalla partnership Lgh-A2A. Una volta la partita rifiuti era tutta in mano ad Aem, che adesso ne è fuori: la piattaforma della differenziata è afferente a Linea Gestioni, sede a Crema, responsabile anche della raccolta differenziata e che si avvale di cooperative. Il termocombustore fa capo a Linea Ambiente, sede a Rovato (Brescia); il vicino impianto a biomasse legnose è l’unico gestito da una società con sede a Cremona, Linea Green, specializzata nelle energie rinnovabili e con sede presso l’Aem. I tre soggetti fanno tutti capo a Lgh, il cui 51% è in mano ad A2A. All’interno della nuova compagine il Comune di Cremona conta per il 15,15%.

La perplessità più consistente riguarda tuttavia l’assenza di un sistema di videosorveglianza a tutela della piattaforma: rifiuti a cielo aperto non sono soltanto motivo di richiamo per i selezionatori abusivi, ma purtroppo anche per incidenti con gravi ripercussioni ambientali.

Mistero infine sulle cause del rogo. Il verbale dei Vigili del Fuoco lascia aperta la possibilità dell’origine dolosa, nonostante ‘l’assenza di riscontri oggettivi’, circostanza su cui sta indagando la Polizia Scientifica. Per i Vigili del Fuoco resta comunque plausibile anche il ‘riscaldamento spontaneo da combinazione di sostanze  diverse che potrebbero aver determinato l’autocombustione’. g.biagi

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