Violenza 'omofoba' in centro. Tunisino a processo: 'Non ho niente contro i gay'
E’ a processo per lesioni, Adnen Hamraoui, 34enne tunisino accusato di aver aggredito, perché omosessuale, Domenico, 36enne istruttore di fitness, palermitano d’origine, da tempo residente a Cremona, omosessuale dichiarato. L’episodio era accaduto la sera del primo marzo 2016 all’inizio di corso Mazzini. La vittima era stata presa a calci e pugni dall’imputato ed era finita in ospedale con naso e mascella fratturati e contusioni alla testa e al torace. Prognosi di 25 giorni. I due si conoscevano di vista.
Secondo la versione di Domenico, che oggi non si è presentato in aula per costituirsi parte civile, si era trattato di un’aggressione vera e propria: “Sono stato preso a calci e pugni per venti minuti, io mi sono limitato a parare i colpi”, aveva raccontato all’epoca dei fatti. “Una violenza inaudita e senza altra ragione se non l’omofobia”, aveva dichiarato il 36enne, il cui pestaggio si era consumato sotto gli occhi di una telecamera e di alcuni passanti che avevano avvertito la polizia. Oggi in aula davanti al giudice Giulia Masci il pm ha chiesto ed ottenuto l’acquisizione del cd con le registrazioni dell’occhio elettronico.
Non era la prima volta che Adnen e Domenico si incrociavano. “Un mese prima”, aveva riferito l’istruttore di fitness, “mentre stavo facendo lezione in palestra a un gruppo di donne, avevo notato sulla porta un individuo che le guardava. Gli avevo chiesto di allontanarsi e di chiudere la porta e lui, prima di lasciare la sala, mi aveva detto in tono minaccioso che me l’avrebbe fatta pagare”. Secondo Domenico quella sarebbe stata una provocazione da cui poi era scaturito il pestaggio.
Tutt’altra versione quella fornita dall’imputato, a processo difeso dall’avvocato Luca Curatti. “Mi ha aggredito lui”, si era difeso. “Io non ho pronunciato insulti omofobi. Non ho mai avuto problemi con i gay e ho tanti amici omosessuali”. “I fatti sono tutti da chiarire”, ha commentato l’avvocato Luca Curatti. “Entrambi hanno avuto una colluttazione ma escluderei il movente legato all’omofobia. La lite è avvenuta per futili motivi. Valuteremo la rilevanza o meno del cd prodotto dal pm e sentiremo i testimoni che erano presenti ai fatti”. Nel vivo del procedimento si entrerà il prossimo 29 aprile.
Sara Pizzorni