Ambiente

Smog invernale ed estivo: a Cremona 175 giorni "fuorilegge"

Con 175 giorni di superamento dei limiti per lo smog invernale (Pm10) ed estivo (Ozono), Cremona si attesta al terzo posto tra le province più inquinate della Lombardia, dopo Brescia (182) e Monza (178). Entrando nel merito dei singoli inquinanti, invece, la nostra città è maglia nera per le Pm10, con ben 105 giorni di superamento della soglia limite nell’inverno 2017. A questi si aggiungono 70 giorni di superamento dei limiti dell’ozono nell’estate 2018.

Questi i dati rilevati dal rapporto Captor 2018 presentato da Legambiente Lombardia, che evidenzia come nelle città lombarde l’inquinamento estivo sia in crescita, andando a peggiorare la già pessima situazione relativa a quello invernale. Considerando che il numero di giorni in cui la normativa tollera una concentrazione di polveri sottili sopra la soglia dei 50 microgrammi/mc è pari a 35, la situazione appare tutt’altro che rosea.

Soprattutto se a questo si aggiunge un’estate che è stata particolarmente difficile: fino a tutto il mese di settembre infatti l’aria di Lombardia ha convissuto con il più micidiale degli inquinanti estivi, l’ozono. “Iniziata in sordina, la stagione estiva è stata particolarmente prolungata e assolata, mantenendo livelli elevati di questo inquinante per gran parte dei mesi di agosto e settembre” evidenzia Legambiente Lombardia.

“Si tende a considerare l’inquinamento estivo da ozono un problema minore rispetto a quello dello smog invernale” dichiara Barbara Meggetto, presidente lombarda di Legambiente. “Ma è  sbagliato sia per gli impatti sulla salute, che sono amplificati dal maggior tempo passato all’aria aperta rispetto alle stagioni fredde, sia perché i due inquinamenti condividono la stessa origine: i micidiali NOx, le cui principali fonti emissive sono i motori dei veicoli, soprattutto quelli diesel”.

Del resto, purtroppo nella Pianura Padana, a causa di correnti da sud e scarsa ventosità, gli inquinanti tendono a ristagnare, e con essi anche l’ozono che è il risultato delle reazioni innescate dalla luce. Per questo la Pianura Padana, oltre ad essere l’area europea più inquinata d’inverno, lo è anche d’estate, anche se a causa di fenomeni completamente diversi.

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