Cronaca

Sei richiedenti asilo senza più benefici: ispezione nel centro di accoglienza

foto di repertorio

Ci sarà un’ispezione presso il centro di accoglienza straordinario (Cas) ‘Il maremmano bianco’ di Gabbioneta Binanuova, da cui provengono i sei richiedenti asilo che hanno perso i benefici dell’accoglienza lo scorso 20 agosto in seguito a decreto della Prefettura, dopo la loro protesta portata davanti al palazzo del Governo per il trattamento loro riservato presso la struttura di accoglienza (leggi qui: Sei richiedenti asilo nel limbo della clandestinità: revocati i benefici dell’accoglienza). La notizia dell’ispezione è emersa a margine dell’ultima riunione del Consiglio territoriale sull’immigrazione presso la Prefettura e viene riferita da Rosanna Ciaceri, presidente dell’associazione Immigrati e Cittadini, da vent’anni attiva nell’integrazione e artefice della realizzazione della Consulta Stranieri del Comune. “Quel decreto – afferma –  contro cui le sei persone potrebbero proporre ricorso al Tar se ne avessero i mezzi, è il frutto della versione dei fatti fornita dal gestore della struttura, senza aver dato la possibilità di un contraddittorio ai diretti interessati”. I Cas devono rispondere a determinati requisiti per mantenere in essere la convenzione con la prefettura; quelle in vigore sono state siglate a febbraio – marzo e durano un anno. “Una struttura che ospita 44 persone deve garantire la presenza di un medico, dello psicologo, di un assistente sociale, deve fornire corsi di alfabetizzazione qualificati. L’accusa fatta ai ragazzi di avere rubato generi alimentari dalla dispensa pare infondata: si sarebbe trattato di cibo che gli ospiti stessi avevano raccolto in campagna. Quanto all’accusa di rissa a causa delle proteste per la mensa, pare che addirittura il cibo fosse scaduto”.

Il caso dei sei richiedenti asilo che dalla scorsa estate stanno vivendo in alloggi di fortuna e con l’aiuto di una rete solidale, in attesa che qualcuno chiarisca se hanno diritto o meno al ripristino dei benefici dell’accoglienza, è solo uno dei tanti aspetti preoccupanti nella gestione dell’immigrazione, che secondo Ciaceri sta andando verso condizioni di sempre maggiore insicurezza. I timori arrivano dalle ultime decisioni del Governo nazionale, in particolare il decreto Salvini del 4 ottobre scorso in attesa di essere convertito in legge. L’associazione Cittadini Immigrati sta avviando una petizione per chiedere la revisione del testo, che introduce nome quali abrogazione del permesso di soggiorno per protezione umanitaria; prolungamento della durata massima del trattenimento nei centri di permanenza per il rimpatrio, fino ad un massimo di 180 giorni; abrogazione sistema Sprar per richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria; slittamento da 24 a 48 mesi per la definizione del procedimento di acquisto della cittadinanza.

“L’intero decreto legge – si legge nel testo della petizione – di cui non esiste per i cittadini italiani sottoscrittori della petizione, carattere di urgenza, tenuto conto della situazione reale del paese e dei dati statistici sui rifugiati in Italia, non sembra rispondere al dichiarato obiettivo di creare sicurezza, ma di fatto abbassa i livelli di tutela dei diritti umani e civili garantiti sia dalla Costituzione italiana che dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE e dalle Direttive UE in materia, crea insicurezza e incertezza, aumenta irragionevolmente il numero di persone nel limbo”.

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