Cronaca

In San Bassano la Messa per San Michele Arcangelo Santo Patrono della Polizia

(foto Sessa)

E’ stata celebrata questa mattina, sabato 29 settembre, alle 9.00 nella chiesa di San Bassano in via Bissolati la Messa per il Santo Patrono della Polizia, San Michele Arcangelo. La funzione è stata celebrata dal vescovo Antonio Napolioni e concelebrata dal cappellano della Polizia di Stato don Stefano Perfetti e dall’amministratore della parrocchia di Sant’Agostino don Mario Binotto.

Difensore del popolo di Dio, vincitore nella lotta del bene contro il male, San Michele Arcangelo fu proclamato patrono e protettore della Polizia, da Papa Pio XII, il 29 settembre 1949, per la naturale assonanza con la missione assolta quotidianamente, con professionalità ed impegno, da ogni singolo operatore. Il poliziotto, infatti, è chiamato ogni giorno ad assicurare il rispetto delle leggi, l’ordine e la sicurezza dei cittadini a favore dei quali orienta il suo servizio che trova espressione e sintesi nel motto “sub lege libertas”. E a questo impegno costante la Polizia di Stato unisce altresì la straordinaria funzione di soccorso ed assistenza pubblica rappresentata nel suo stemma araldico con la doppia fiaccola incrociata.

Le celebrazioni sul territorio nazionale connesse alla ricorrenza del Santo Patrono anche quest’anno saranno accompagnate dal ‘Family Day’, giunto alla quattordicesima edizione. Tutti gli uffici e le strutture della Polizia di Stato saranno aperti alle famiglie dei poliziotti a motivo di gioiosa condivisione del senso e del valore dell’impegno e dell’operato quotidiano dell’Istituzione.

Durante la celebrazione, il Vescovo, come riporta il sito della Diocesi, ha proposto nella sua omelia “una riflessione che ha toccato da vicino temi e questioni che distinguono la professione e la vita stessa di chi, come i poliziotti, si occupa della sicurezza dei propri concittadini: la ricerca continua della pace e della giustizia nelle nostre città e nel cuore di ciascuno”. Nell’impegno per la giustizia Mons. Napolioni ha concluso con un invito a fermarsi per riconoscere “quanto zizzania e grano convivono nella società, in ciascuno di noi, e nel cuore anche di chi delinque. C’è un 5% di buono da cui si può sempre ripartire nella vita delle persone. Ci illumini questa instancabile prospettiva di speranza, non solo nello svolgere una professione, me nel vestire un’uniforme che è motivo di tranquillità, di fiducia e di bene per tutti coloro che la incontrano”.

Fotoservizio Francesco Sessa

Il Questore accoglie il Prefetto

 

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