Il consiglio comunale dà l'addio alla strada sud tra le polemiche
La strada sud è stata cancellata dalla programmazione urbanistica del Comune. Giovedi pomeriggio il consiglio comunale ha votato a maggioranza gli atti che compongono la variante puntuale al Pgt. Un tema che ha monopolizzato il dibattito sulla variante, che comprende invece anche altre modifiche, illustrate dall’assessore Andrea Virgilio nella sua introduzione. Tra queste, la riduzione di 100mila metri quadrati di consumo di suolo e la riduzione delle superfici di vendita delle medie strutture da 2500 mq a 1500 mq nei nuclei d’antica formazione. Per quanto riguarda il rilancio del tessuto produttivo, nella variante ci sono misure per favorire gli investimenti nel centro storico: riduzione delle richieste standard, flessibilità di destinazioni d’uso e degli interventi edilizi, misure che fanno parte del pacchetto di incentivi strutturato dall’Amministrazione a favore delle imprese.
Ma, come ha detto Virgilio, in questa variante c’è anche “lo stralcio di opere tanto dannose quanto irrealistiche, la strada sud, non per bandierina ideologica ma coerentemente con il programma elettorale”.
Tutti improntati sulla critica all’amministrazione comunale gli interventi di Ferruccio Giovetti (Forza Italia) il quale ha evidenziato come anche un sindaco del centrosinistra, Michel Marchi di Gerre de Caprioli, non abbia ricevuto ascolto da Cremona avendo sollevato contrarietà alla cancellazione; i leghisti Alessandro Fanti, Alessandro Carpani, che incolpano l’amministrazione di arroganza per non aver voluto dare la parola ai cittadini attraverso il referendum.
Federico Fasani, Ncd, si è anche soffermato su altre modifiche, quale la bocciatura della richiesta per una grande superficie di vendita sull’area Maschio Gaspardo: “Avete detto di aver avuto una lunga interlocuzione con la proprietà in merito a quell’area. Com’è possibile allora che questi imprenditori siano arrivati in conclusione a chiedere un insediamento di grande distribuzione, visto che a Cremona la GD è vietata almeno da tre piani regolatori? Quindi nessuno aveva mai detto loro che era una possibilità irrealizzabile?”.
Andrea Sozzi e Maria Vittoria Ceraso hanno deciso di non prendere parte al consiglio, proprio per protesta contro il diniego di indizione del referendum. Il collega di gruppo Luigi Amore è restato in consiglio fino all’inizio del dibattito sul Pgt, togliendo il badge polemicamente non appena si è cominciato a parlarne.
“Avete tappato la bocca ai cittadini – avevano scritto Sozzi e Ceraso in una nota inviata in precedenza – e avete annullato ogni possibilità di dialogo con l’opposizione: per questo motivo, come gesto simbolico, non prenderemo parte al Consiglio Comunale. Per quanto potrà valere, non vogliamo prendere parte a un gioco di partecipazione fasulla e di vera negazione di libertà. La Giunta cancella un progetto senza avere un’alternativa, per questioni di vetrina ideologica, respingendo ogni confronto non già con le forze politiche, ma anche con la gente. Il Sindaco e la maggioranza hanno trattato la questione come un problema di schieramenti, considerando le tremila firme di cittadini che hanno chiesto il referendum come un’opposizione da schiacciare, e non semplici cittadini. Sia i Garanti, che il Difensore Regionale e chi ha avuto la pazienza e la competenza di leggere la questione in termini giuridici, sa che i cittadini hanno ragione. È un regolamento obsoleto e incostituzionale che toglie loro la possibilità del referendum, regolamento che è stato applicato pedantemente nei confronto dei cittadini promotori, ma non è stato applicato nei confronti del Sindaco e dell’amministrazione, che di fatto si pongono al di sopra delle regole. Il Sindaco non si ritiene nemmeno in dovere di rispondere a un’istanza dei cittadini nei termini previsti dalla legge, ovvero 30 giorni. I cittadini semplicemente non esistono”.
Chiudere il discorso strada sud, hanno detto i consiglieri di maggioranza Giovanni Gagliardi e Rodolfo Bona: “Quel tracciato – ha detto quest’ultimo – c’è dal 1930, apparteneva ad una pianificazione urbanistica datata, mai realizzata perchè non si sono mai trovati i soldi e perchè è noto che una nuova infrastruttura stradale richiama nuovo traffico e la riduzione di quello su via Giordano sarebbe comunque inferiore alla somma del traffico indotto dalle due arterie”. La strada sud, insomma, per Bona, è un ’fantasma che aleggia sulla città e che impedisce il vero sviluppo della zona sud, zona paesaggisticamente da tutelare, amata e sempre più frequentata dai cremonesi. Auspico piuttosto che si apra un dibattito sulle risposte per diminuire il traffico all’interno della città e nel circondario”.
Al termine del dibattito, dura replica dell’assessore all’Area Vasta Virgilio, che si è detto “particolarmente deluso dall’atteggiamento della minoranza, in particolare di Forza Italia. Avete avuto in mano la gestione del territorio, negli anni passati in Comune, Provincia e Regione. Ma se metto in fila le cose fatte, trovo solo inconcludenza: dalla legge sul consumo di suolo, alla legge sull’abitare, dal piano cave, al piano territoriale di coordinamento annullato, dal fondo immobiliare che ha generato il caos al pasticcio del parco dei monasteri, fino al city hub: un quartiere nel più grande parcheggio a corona della città, una cosa impraticabile… E poi anche il bando su piazza Stradivari, buono per qualche convegno e basta; e anche i pacchetti localizzativi, belli sulla carta, ma poco attrattivi”.
“E poi la strada sud. Il disastro compiuto è stato nei confronti di quei cittadini che hanno creduto in quel progetto che si è rivelato irrealizzabile. Il nostro approccio è diverso: abbiamo idee di sviluppo strategico di comparti della città, e le realizziamo. Ho un profondo rispetto del lavoro fatto dai garanti, ma attenzione: abbinare la questione urbanistica alla questione referendaria è un precedente pericoloso. Non si può vincolare scelte programmatorie sul territorio a un referendum (per questo regolamenti in altre città non hanno questa materia). Noi siamo stati chiari. Voi no: non avete messo nemmeno la strada sud nel programma elettorale del 2009…. E voi mi parlate di democrazia?” g.biagi