Il Dordoni contro la sentenza della Cassazione: 'Distorti i contenuti di quella giornata'
Il centro sociale Dordoni, sul suo sito facebook, è intervenuto all’indomani della sentenza della Corte di Cassazione che ha ritenuto inammissibili i ricorsi presentati dagli imputati, rendendo definitiva la sentenza di secondo grado che ha riconosciuto il reato di devastazione per gli scontri avvenuti al corteo antifascista del 24 gennaio del 2015.
“A distanza di tre anni”, si legge sul profilo facebook del centro, “non possiamo fare altro che riflettere sulla volontà del Sindaco Galimberti e della Procura di Cremona di distorcere i contenuti della giornata del 24 gennaio. Il 18 gennaio il Centro sociale Dordoni è stato attaccato dai fascisti di Casapound e noi abbiamo dovuto difenderlo con determinazione: Emilio, un amico e compagno storico, é finito in come in pericolo di vita. Tutto questo è passato in secondo piano.
Il messaggio di quel corteo era ed è tuttora chiaro: non vogliamo alcuna presenza fascista in città. Chi tenta di ammazzare un compagno e chi legittima la presenza squadrista in cittá deve fare i conti con una risposta collettiva adeguata”.
“A fronte dell’evoluzione di queste vicende giudiziarie”, concludono dal Dordoni, “assistiamo ancora una volta al richiamo dell’accusa di devastazione e saccheggio. L’art419 cpc disciplina un reato di guerra, ma nonostante ciò viene ancora oggi strumentalizzato per colpire giornate di lotta e conflittualitá politica.
Non è nostro costume confidare nel sistema di giustizia di questo Paese, crediamo invece di dover rivendicare con forza una giornata di autodifesa collettiva. Mandiamo un abbraccio e un grido di sostegno ai condannati, forti del fatto di essere dalla parte giusta”.