Ambiente

Scoperto dalla cremonese LGS il metodo per scovare chi non pulisce le deiezioni dei cani

Un metodo per scovare chi lascia su suolo pubblico le deiezioni dei cani. E’ quello messo a punto dall’azienda LGS (Laboratorio Genetica e Servizi del sistema allevatori italiano, nda) con sede a Cremona che ha stretto un accordo con il comune di Malnate (provincia di Varese), primo caso in Italia. Sulla carta, è tutto molto semplice: censimento genetico gratuito presso veterinari convenzionati (dietro ordinanza comunale e tramite tampone salivare) dei cani presenti sul territorio comunale, creazione di un database, raccolta dei campioni lasciati su suolo pubblico, incrocio dei dati e sanzione amministrativa.

In realtà, il lavoro che c’è dietro è stato ingente, come spiega Raffaele Mazza, Responsabile di LGS: “Abbiamo cominciato con un progetto pilota sui cani delle persone del laboratorio e abbiamo visto che la cosa era fattibile: così siamo partiti col progetto vero e proprio con il Comune di Malnate”. “E’ stato difficile – prosegue Mazza – mettere a punto il modello perché non si sa esattamente da quanto le feci sono sul suolo e se contengono sostanze contaminanti”. Ad oggi si parla di un censimento di 1.500/1.600 cani e i risultati iniziano ad arrivare: “Il Comune è molto soddisfatto e anche per quanto ci riguarda abbiamo ottenuto un ottimo risultato. Il progetto è partito circa un anno fa e abbiamo lavorato molto: oggi ci arriva una media di una decina di campioni con cadenza settimanale e abbiamo riscontrato una buona percentuale di successo”

Un successo arrivato anche sulla stampa nazionale ed internazionale, a partire da Stati Uniti e Germania, come sottolinea con orgoglio il responsabile del laboratorio. “Si tratta – spiega ancora Mazza – di un progetto molto innovativo, non credo che nessun altro abbia avviato un progetto simile, almeno in Italia”. Ma i risultati sono anche concreti: “Siamo in attesa che arrivino le prime sanzioni amministrative, ma siamo già riusciti ad identificare i cani e i padroni responsabili che, in alcuni casi, sono anche recidivi. Inoltre questo progetto sta funzionando anche come deterrente: il paese è molto più pulito”. Attualmente il progetto con Malnate sta proseguendo attraverso il completamento del censimento, dato che alcuni campioni ancora non trovano corrsipondenza con il database.

Le difficoltà, oltre che dallo stato di conservazione del campione raccolto dalla polizia locale, riguarda infatti il censimento, specialmente in grosse città, come ammette lo stesso Mazza: “E’ di difficile attuazione per l’estensione della popolazione canina e perché le grandi città hanno molti randagi e un grande flusso di turisti per cui sarebbe probabile non riuscire a trovare corrispondenze col database”. Non un problema tecnico, dunque, ma di un censimento reso difficile da questi fattori.

LGS, in ogni caso, ammette che prima di Malnate c’erano stati contatti anche con altri Comuni, ma che solo il comune varesotto è andato fino in fondo. Non è nemmeno esclusa, in linea di possibilità, applicare il metodo anche a Cremona: “Dipende dalla volontà dell’Amministrazione e dalla necessità che ha ogni Comune di rendere più bello il suolo pubblico. Diciamo che Cremona ha una popolazione, anche canina, decisamente superiore a Malnate ed ha un flusso di turisti importante. Ci potrebbe essere quindi un problema di costi per l’Amministrazione e bisogna vedere quanto è disposta a tollerare basse percentuali dovute ai fattori sopra citati (grande popolazione e cani randagi e di turisti, nda), almeno inizialmente. Bisogna infatti considerare che anche su Malnate, dove pure il progetto sta funzionando bene, abbiamo problemi di questo tipo”. “In ogni caso – conclude Mazza – abbiamo le risorse e le potenzialità per analizzare una notevole mole di campioni”.

mt

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