La Massoneria rivendica i grandi personaggi della storia cremonese
Attraverso una lettera, la Massoneria cremonese rivendica con orgoglio il proprio ruolo nella storia di Cremona e, in particolare, l’appartenenza alla Loggia di numerosi personaggi che hanno fatto la storia della città, a partire da Arcangelo Ghisleri di cui si è appena celebrato l’ottantesimo anniversario della morte (leggi qui: Ottant’anni fa morì un grande cremonese, Arcangelo Ghisleri). Ghisleri è stato definito dai Liberi Muratori “massone cremonese e personaggio scomodo”, prima di ricostruire la sua parabola all’interno della Massoneria: “Vogliamo ricordare che Ghisleri fu iniziato nel 1878 a Milano e risulta tra i fondatori della Loggia Pontida di Bergamo, Venerabile della Loggia di Rito simbolico. Fu portato in Massoneria da Pirro Aporti (cremonese), massone nato a Bozzolo, avvocato socialista e difensore dei poveri accusati ingiustamente che non potevano difendersi per mancanza di denaro”.
Ghisleri, secondo quanto sottolineano i Liberi Muratori, ha poi avuto un ruolo particolarmente attivo: “Fondò nel 1867 a Cremona la Società dei Liberi Pensatori, che nel 1875 confluì a Milano nella associazione del Libero Pensiero ‘Giordano Bruno’. Intellettuale con forte impegno rivolto all’educazione civile ed agli studi sociali, fu fondatore della rivista ‘Cuore’ e critica insieme a Leonida Bissolati (Massone e cremonese), Gabriele Rosa e Filippo Turati. Fu direttore di ‘La geografia per tutti’ e della rivista ‘Preludio’ in cui manifestava chiaramente le sue idee progressiste a favore di una educazione per tutti i cittadini contro i predomini cattolici”. La società di libero pensiero – rivendicano – fu infatti “tra i primi a voler separare il momento della morte dalla religione ufficiale cattolica”: “La società si obbliga alla morte di ciascun socio di assistere, nei suoi ultimi momenti, e di farne eseguire il seppellimento in modo civile” secondo quanto recita l’articolo 9 dello statuto società ‘I Liberi Pensatori’.
Ghisleri ebbe quindi un ruolo attivo nella vicenda, come evidenziano i Liberi Muratori: “Ghisleri si batté insieme ad Adolfo Engel e con la Loggia Pontida, per concedere un’area nel cimitero di Bergamo a chi voleva un seppellimento civile. Il comune in mano ai clericali si oppose. Seguì un lunghissimo periodo di cause con 4 gradi di giudizio. La società per la cremazione di Bergamo, istituita da Ghisleri ed altri Liberi Pensatori, difesi dell’avvocato Camillo Costa, massone di Bergamo, e dall’on. Villa, anch’egli massone, vinse la lunga causa e nel 1904 cominciò la costruzione del tempio crematorio a Bergamo”. “Il libero pensiero – concludono citando proprio Ghisleri – non è una dottrina; esso è un metodo, un modo di condurre il pensiero e l’azione, non all’affermazione di certe verità particolari ma di ricercare la verità unicamente con le risorse dello spirito umano, con il solo lume della ragione e dell’esperienza”.