Lettere

Registrazione doppia
maternità, Galimberti tenta
di recuperare credibilità?

da Maria Vittoria Ceraso - capo gruppo Obiettivo Cremona

Gentilissimi,
mi permetto di fare anch’io qualche considerazione in merito al parere contrario espresso dal Sindaco Galimberti rispetto alla richiesta di registrazione per il riconoscimento della doppia maternità avanzata da due donne che si sono sottoposte a fecondazione eterologa e dalle loro compagne.

Condivido la scelta del Sindaco che di fatto è rispettosa del quadro normativo vigente. Come infatti ha ben specificato nel suo intervento, “in assenza di una legislazione nazionale, l’eventuale decisione di registrare non è legalmente possibile. Se è vero infatti che ci sono sentenze contrarie, è altrettanto vero che un ufficiale di Stato Civile deve rispondere alle leggi e non alle sentenze, interpretabili solo da un giudice”.

Al di là di chi in questi giorni ha cercato di dimostrare il contrario, quanto affermato dal Sindaco è palesemente confermato dal fatto che nella legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, recentemente emanata, volta a disciplinare i diritti e i doveri tra le parti che costituiscono l’unione, non è presente una norma sulla filiazione. In particolare ai sensi dell’art. 1, 20° comma della citata legge non si applicano alle unioni civili le norme del codice civile non espressamente richiamate dalla suddetta legge, tra cui sono comprese quelle riguardanti la filiazione, nonché le norme sull’adozione previste dalla L. 4 maggio 1983, n. 184.

E’ indubbio che nonostante ci fossero proposte in senso contrario il legislatore ha fatto una chiara scelta di non intervenire nella legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso sul tema caldo e delicatissimo della filiazione e di non riconoscere, quindi, il diritto dei membri della coppia omosessuale a divenire genitori.

Detto questo mi sono comunque stupita della posizione assunta unilateralmente dal Sindaco che in passato si è dimostrato meno determinato e più aperto al dialogo rispetto a temi come l’istituzione del Registro delle coppie di fatto e del Registro del Testamento Biologico.

Così si esprimeva infatti il Sindaco nel Consiglio Comunale del 9 dicembre 2014 : “Si vorrebbe – aveva detto – che su questi temi solo l’opinione di un sindaco contasse? Non sarà così. Questo è il tempo del confronto”.
Come mai il tempo del confronto è finito? Come mai, diversamente da quanto avvenuto in passato, sul tema della registrazione per il riconoscimento della doppia maternità il Sindaco, tenuto conto tra l’altro dell’orientamento a favore della registrazione di una parte della maggioranza che lo sostiene di cui è certamente espressione l’Assessore competente in materia (il cui silenzio sulla decisione del Sindaco non passa inosservato), non ha ritenuto di aprire un confronto? Anche sui temi del registro delle coppie di fatto e del testamento biologico, ai tempi in cui sono stati affrontati in Commissioni e Consiglio Comunale, non c’era alcuna legislazione nazionale di riferimento e alcun obbligo o competenza in capo al Sindaco e all’Amministrazione Comunale di affrontarli. Ma il Sindaco ha avvallato e votato i percorsi per l’adozione del Registro delle coppie di fatto e per l’istituzione del Registro del testamento biologico nonostante la discussione parlamentare su entrambi i fronti fosse in atto.

Tanto è vero che successivamente il Parlamento ha legiferato rendendo inutile ogni discussione e atto adottato dal Comune che si è dovuto adeguare alla normativa nazionale. Non sarà che il Sindaco Galimberti, in vista delle prossime elezione, ha deciso di fondare il suo diniego non soltanto su ragioni giuridiche (le uniche che potessero legittimarlo) ma anche eprimendo le sue personali convinzioni per tentare di recuperare una certa credibilità sui temi cari all’elettorato cattolico che forse, per i motivi di cui sopra, non ha particolarmente apprezzato il suo operato fino ad oggi?

Non è infatti un mistero che la precedente campagna elettorale a favore del Sindaco era iniziata, sotto le mentite spoglie di Partecipolis, proprio negli oratori cittadini e si fondava sulla tutela di certi valori e principi che forse poi non hanno ritrovato un grande riscontro negli atti, non obbligatori ma certamente ideologici, assunti da questa Amministrazione.

Cordiali saluti.

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