Cronaca

Crisi commercio, la proposta di Carletti: 'Costruiamo un salotto a cielo aperto'

Sulla crisi del commercio cittadino interviene anche la politica. E’ la Lega a scedere in campo, con un duro attacco da parte del segretario Pietro Burgazzi: “Da sempre sosteniamo la mancanza di ascolto nei confronti di una categoria ingiustamente sacrificata in nome di isole pedonali con orari da rivedere, dal problema dei parcheggi realizzati solo per un eventuale consenso elettorale” scrive il segretario del Carroccio di Cremona, che se la prende contro chi interviene sull’argomento “solo per fini elettorali”. Oggi “servono soluzioni, non belle parole o interventi paliativi da parte di Regione Lombardia che con qualche incentivo pensa di risolvere un problema annoso” continua il segretario leghista. “Ricordo che nelle intenzioni della LEGA ve ne è una predominante,riportare Cremona al ruolo che gli compete come capoluogo di provincia e come Comune di serie A ormai retrocesso ai play out”.

Dall’altra parte, non mancano perplessità anche da parte del centrosinistra in merito alle polemiche sollevate dal Comitato e da alcuni esponenti del centrodestra: “Abbiamo letto i numerosi interventi sulla crisi del commercio cittadino e, a conti fatti, la sola cosa su cui concordo è anche la più ovvia: Cremona soffre una gravissima crisi del commercio e del centro cittadino in generale” commenta Paolo Carletti, presidente della Commissione commercio del Centro storico. “Abbiamo però scoperto, buona a sapersi, che il comitato centro storico si occupa anche di negozi e non solo delle lamentele dei residenti  nei confronti degli esercenti. Certo che, se parlando di commercio, si conta tra le cause della crisi la presenza delle canottieri(?!), sarebbe il caso di fermarsi a riflettere un attimo.

Le ovvietà si sprecano nell’intervento del futuribile candidato sindaco di un pezzo di destra cremonese, un intervento tanto lungo quanto scontato e di maniera del tutto inutile al dibattito sul commercio. Abbiamo poi letto l’intervento di Ascom, che esprime posizioni già ampiamente conosciute. Nulla di nuovo insomma. A conti fatti, il dibattito estivo diviso tra social e testate giornalistiche è stata un’insalata di ovvietà che non porta una minima prospettiva alla vita del centro città ed alle sue botteghe e allora ci proviamo noi.

Questa amministrazione ha senz’altro stimolato la frequentazione del centro attraverso una serie di appuntamenti continui e di sempre maggior interesse, ha cercato di dar vita a piazza del Comune ed ha in generale dimostrare di considerare il Centro il cuore di Cremona. Serve però uno scatto. I negozi devono diventare il motore di vita del Centro, con le loro specificità e con quel sano spirito concorrenziale che aiuta ad alzare l’asticella qualitativa dell’offerta, ci piacerebbe però che i negozi entrassero in città più da protagonisti: perché non pensare ad ampliare la possibilità di plateatico a tutti i tipi di negozi o, in subordine, almeno a quelli artigiani? Macellerie, salumerie, botteghe liutaie ecc.
Diamo ai negozianti la possibilità di arredare il centro, di essere il biglietto da visita della città, apriamo le porte dei negozi alla città e guardiamo che rispondono i cremonesi.

Certo, questa in iniziativa dovrebbe fare il paio con un corredo di iniziative e con una cura dei marciapiedi e delle strade sempre più rigorosa e con un piano di pavimentazione di pregio da estendere  a tutto il Centro, costruiamo un salotto a cielo aperto dove passeggiare e vedrete che i cremonesi torneranno a prendersi la loro città”.

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