Cronaca

'Una vita di disagi': i pendolari scrivono alla Procura

Due lettere, inviate alle procure di Mantova e di Cremona, verranno inviate nelle prossime ore da parte del comitato pendolari InOrario e dell’associazione Utenti del trasporto pubblico (Utp), per offrirsi di “descrivere i disagi che non solo la sera del 24 luglio si sono manifestati, ma i disagi di una vita”. La prima scelta dei rispettivi portavoce, Matteo Casoni e Andrea Bertolini, sarebbe stata quella di un esposto, ma i loro legali hanno consigliato un cambio di strategia.

Naturalmente sotto i riflettori c’è sempre la solita linea ferroviaria Milano-Cremona-Milano, che continua a creare problemi un giorno sì e l’altro pure. Scopo dei gruppi organizzati di pendolari è quello di “forzare la mano”, insieme alla magistratura, per “avere maggiori attenzioni da parte dell’Azienda Trenord, dove in questi giorni non è possibile parlare con nessuno” evidenziano Casoni e Bertolini. “Bocche cucite” da parte di TreNord, o al massimo “parole a mezza bocca”, in risposta alle richieste di confronto, soprattutto da quando si è diffusa la notizia della lettera alle procure.

“Se saremo convocati, racconteremo una vita di disagi” spiegano i Pendolari. A partire da quelli del 24 luglio, quel martedì nero che ha visto un viaggio durato sei ore tra Cremona e Mantova, di cui due trascorse in mezzo ai campi di Acquanegra Cremonese, senza sapere quando si sarebbe arrivati a destinazione. I comitati rimandano al mittente anche le accuse ricevute da certe frange di pendolari più ‘guerrafondaie’, che vorrebbero azioni più estreme. “Vogliamo restare nella legalità, e non andare a varcare percorsi dove potremmo portare l’Azienda a vincere” ha detto Casoni. Quindi no ad azioni dettate dalla ‘pancia’, come l’occupazione dei binari. Ora le due associazioni si muoveranno per “raccogliere deleghe tra i viaggiatori a farsi rappresentare” conclude Bertolini.

lb

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