Coldiretti su aste online: 'Pratica sleale. Ogni euro solo 22 centesimi agli agricoltori'
“Quando si gioca al ribasso sul cibo, ne va della qualità e della salubrità dello stesso. Ne va della sicurezza e della qualità della vita delle famiglie che lo portano in tavola. E ne va anche del futuro di tante aziende agricole, che per sopravvivere devono ricevere un’equa remunerazione per i loro prodotti. Non ci stanchiamo di evidenziare che ogni volta che chiude un’azienda agricola – cioè un’impresa che è ancorata al territorio, non delocalizza, produce ricchezza e lavoro in Italia e per l’Italia – l’intera economia del paese, oltre che la cura del territorio, ricevono una ferita insanabile. Ed è un dato di fatto che l’agroalimentare made in Italy, che punta in primis sulla qualità e sicurezza, non può competere con i meccanismi perversi delle aste capestro. E questo vale per l’intera filiera, dai produttori ai trasformatori, fino al consumatore”. Paolo Voltini, presidente di Coldiretti Cremona, non ha dubbi nel bocciare e denunciare le aste capestro online sul cibo.
Per Coldiretti le aste online al doppio ribasso, che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione, vanno bloccate con norme nazionali. Sono pratiche commerciali sleali che danneggiano gli agricoltori nonostante il codice etico firmato l’anno scorso fra il Mipaaf e le principali catene della grande distribuzione che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno ma che purtroppo non ci è riuscito. “Occorre intervenire al più presto – spiega Ettore Prandini vicepresidente nazionale di Coldiretti – con un quadro di regole condivise a livello italiano che blocchino questo meccanismo e favoriscano invece lo sforzo di una ridistribuzione di valore lungo la filiera”.
L’asta elettronica al doppio ribasso – spiega la Coldiretti – prevede che i fornitori di un prodotto facciano una prima offerta di prezzo di vendita e che poi quel valore diventi la base per una seconda asta on line dove i partecipanti devono scendere ancora per aggiudicarsi la commessa. In questo modo non si tiene conto in alcun modo della qualità e delle differenze produttive con prezzo finale arriva al di sotto dei costi di produzione mandando in perdita a cascata agricoltori e trasformatori
Si aggravano così, secondo l’associone, i pesanti squilibri di filiera della distribuzione del valore visto che per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 6 centesimi nel caso di quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi, secondo Ismea. “Le aste on line al doppio ribasso – sottolinea ancora Prandini – danneggiano tutte le filiere produttive compresa quella lattiero casearia che ha subito una frenata nel primo trimestre del 2018 sia per il latte che per burro e formaggi”.
“I meccanismi perversi delle doppie aste on line al ribasso – conclude il vicepresidente – schiacciano le aziende agricole, devasta i bilanci, deprimono produzioni e lavoro, creano una giungla che dal campo alla tavola favorisce solo i guadagni della grande distribuzione, causando un calo della qualità che danneggia sia i consumatori per quello che portano in tavola sia i redditi dei produttori. Con il coinvolgimento del Ministero delle Politiche Agricole e del Ministero dello Sviluppo economico bisogna fermare queste speculazioni legalizzate che colpiscono produttori, trasformatori e consumatori”.