Cronaca

Qualità dell'aria: da ottobre stop agli Euro 3 Diesel

Stop alle auto Euro 3 Diesel a partire dal prossimo ottobre. La decisione è stata presa oggi (30 luglio) nel corso dell’ultimo Tavolo Aria, presieduto dall’assessore Regionale Raffaele Cattaneo, a cui ha preso parte anche l’assessore del Comune di Cremona, Alessia Manfredini. “Si tratterà di organizzarsi per estendere i blocchi invernale al traffico veicolare anche a questa categoria di autovetture” commenta l’assessore, che comunque trova insufficienti le misure previste a livello Regionale. Dunque dal 1 ottobre al 31 marzo i diesel Euro 3 non potranno circolare dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30.

Saranno vigenti anche i seguenti divieti: dal 1 aprile 2019 l’estensione temporale delle limitazioni vigenti in Fascia 1 e 2 (570 Comuni), a tutto l’anno, dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, dei veicoli Euro 0 benzina e diesel ed Euro 1 e 2 diesel; dal 1 ottobre 2020 estensione delle limitazioni nel semestre invernale dei veicoli Euro 3 diesel, dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 19.30, nei Comuni della Fascia 1 e 2; dal 1 ottobre 2020 il divieto di circolazione dei veicoli diesel Euro 4 compreso, dal 1 ottobre al 31 marzo di ogni anno, dal lunedì al venerdì, nei Comuni della Fascia 1 e nei Comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti posti nella Fascia 1 e 2; dal 1 ottobre 2020 il divieto di circolazione dei veicoli a benzina Euro 1 in Fascia 1 e 2 (570 Comuni), tutto l’anno, dal lunedi’ al venerdi’, dalle 7.30 alle 19.30.

Manfredini ha inoltre chiesto che a livello regionale venga dato un supporto e  organizzata una cabina di regia per aiutare i Comuni a rendere operativi ed efficaci i controlli: “Dopo la campagna avviata spontaneamente l’anno scorso con gli altri Comuni (Mantova, Brescia, Bergamo) mi auguro e ho chiesto una campagna informativa capillare in tutti i comuni della regione. Poi in tema di controlli è necessario supportare la PM, polizia municipale, soprattutto nei controlli alle  biomasse, con possibilità di entrare nelle abitazioni, più risorse e strumenti adeguati.
Infine oltre a chiedere nuovi incentivi per rinnovo dei mezzi e impianti termici, ho chiesto finanziamento dei PUMS per i Comuni sotto i 100.000 abitanti”.

I PROVVEDIMENTI REGIONALI Sono tre i settori su cui la Regione ha deciso di intervenire, in quanto responsabili della maggior parte dell’inquinamento: il riscaldamento domestico genera oltre il 45% di PM10 primario e la maggior parte del benzo-a-pirene; le attività agricole e zootecniche e il traffico veicolare (in particolare diesel con oltre il 50% di ossidi di azoto e il 25% di PM10).

Per quanto riguarda il riscaldamento domestico e la riduzione del particolato derivante dalla combustione delle biomasse legnose in ambito civile, si dovrà procedere con la sostituzione degli impianti obsoleti con apparecchiature di ultima generazione, accedendo alle risorse del Conto termico nazionale (500 milioni per i privati e 200 per il pubblico). In agricoltura si dovrà invece provvedere all’ammodernamento delle macchine e delle attrezzature con incentivi per la redditività e sostenibilità delle aziende agricole con risorse comunitarie che derivano dal programma di sviluppo rurale.

Infine per quanto riguarda l’inquinamento generato da emissioni dei veicoli, Regione Lombardia ha predisposto un bando da 6 milioni di euro per il rinnovo o la trasformazione dei veicoli (incentivi alla rottamazione/sostituzione, rimodulazione della tassa automobilistica, sgravi fiscali) e l’introduzione di un sistema di rilevamento del reale livello di emissione di inquinanti da parte dei veicoli commisurati ai chilometri percorsi (real drive emission).

Per il resto, secondo l’assessore “La qualità dell’aria in Lombardia continua a migliorare, grazie anche agli incentivi che l’amministrazione regionale stanzia ogni anno” ha commentato Cattaneo. “In questi mesi abbiamo lavorato per mettere in campo misure che non pesassero sulla testa dei lombardi come ulteriori divieti o, ancor peggio, come ulteriori esborsi che i cittadini devono sostenere. La nostra consapevolezza è che bisogna lavorare per migliorare ulteriormente la qualita’ dell’aria della nostra Regione. Il nostro obiettivo è agire sulla consapevolezza che ci sono ancora passi da fare e che ciascuno di noi può fare opportunamente la sua parte. Vogliamo aiutare i cittadini ad imboccare un percorso virtuoso liberamente scelto e per questo ai divieti preferiamo incentivare la sostituzione dei mezzi e degli impianti più inquinanti”.

A questo proposito, in un recente incontro con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, l’assessore ha chiesto che ci sia un impegno preciso anche da parte del Governo per non lasciare sole le Regioni.

“Non possiamo affidarci al meteo e alle piogge per migliorare la qualità dell’aria” commenta Massimo De Rosa, consigliere regionale del M5S Lombardia. “Nel piano aria manca una visione innovativa, un progetto strutturato. O si cambia immediatamente la visione del Paese, oppure gli interventi saranno solo spot. Se i soldi sono pochi devo essere investiti bene. E’ assurdo discutere ancora di stufe a pellet domestiche, non esiste nessuna possibilità di controllo delle emissioni. Per ridurre le emissioni dobbiamo rivolgerci alle vere rinnovabili, come il sole”.

Il M5S attacca anche la Pianura Padana, e in particolare l’inquinamento provocato “dall’allevamento intensivo nel bacino padano: se la Lombardia vuole respirare deve intervenire con scelte anche non facili”.

Laura Bosio

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