Cronaca

Tutti in carcere gli autori della rapina alla Popolare di Cava del 18 giugno VIDEO

I Carabinieri della Compagnia di Cremona hanno rintracciato e arrestato i quattro autori della rapina del 18 giugno scorso presso la Banca Popolare di Cavatigozzi. Si tratta di C.S., nato a Tradate (VA) cl. 1965, domiciliato a Rozzano (MI), di fatto senza fissa dimora, pregiudicato, nullafacente; S.V. detto “faina”, nato a Casorate Primo (PV) il 28.11.1975 e residente a Rozzano (MI), nullafacente; L.A. “detto Totò”, nato a Palermo il 01.07.1980 e residente a Rozzano (MI), nullafacente; D.A. detto “Tino”, nato a Milano il 25.02.1976, residente a Rozzano (MI), autotrasportatore. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal GipPierpaolo Beluzzi il 16 luglio scorso. Le accuse sono di rapina aggravata in concorso, porto di oggetti atti ad offendere, ricettazione. La rapina era stata commessa da un uomo travisato che utilizzando un taglierino, minacciava una cassiera facendosi poi consegnare prima il denaro contenuto all’interno della cassa e successivamente quello custodito nella cassaforte a tempo, per la somma complessiva di oltre 90.000 euro.

LE INDAGINI – La richiesta del Sost. Proc. della Repubblica presso il Tribunale di Cremona, Lorenzo Puccetti  scaturisce all’esito di un’intensa e articolata attività di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri di Cremona, che ha comportato inizialmente una attenta analisi di riscontri oggettivi, in particolare partendo dalle foto in possesso dei pregiudicati residenti nella zona di Corsico e dintorni, considerato che l’autovettura utilizzata per la fuga dal rapinatore, una Fiat 500 rinvenuta alla periferia di Cremona, all’ingresso della tangenziale, era stato asportato nel mese di aprile nel centro di Opera (MI). Il riconoscimento, supportato da altri elementi, in primis la comparazione e l’analisi dei fotogrammi ricavati dal sistema di videosorveglianza presente all’interno della banca assaltata, consentivano prima di individuare quale autore materiale della rapina, armato di taglierino, C.S., pregiudicato che in data 5 luglio veniva sottoposto ad un provvedimento di fermo di indiziato di delitto a Busto Arsizio. Era stato rintracciato presso l’ospedale cittadino mentre era ricoverato per alcuni problemi di salute.
Gli accertamenti, anche di carattere tecnico effettuati dopo l’individuazione del rapinatore materiale e sulla base del materiale rinvenuto nel corso delle perquisizioni domiciliari nelle residenze degli indagati a Rozzano, hanno consentito di comprendere come i quattro, tutti in contatto tra loro per comune frequentazione degli ambienti della “mala” rozzanese, erano partiti da Rozzano attorno alle ore 8 del 18 giugno, per ritornare dopo aver commesso la rapina alle ore 11.00. Le indagini, in particolare hanno consentito di appurare come la “batteria” di rapinatori si sia mossa dal centro dell’hinterland milanese a bordo di tre autovetture; difatti i quattro hanno utilizzato come “staffette apri pista”, oltre quella rubata, due auto “pulite” in uso ed intestate alle loro compagne, proprio per non destare sospetto.
La rapina era stata pianificata in tutti i dettagli, in particolare da L.A., D.A. e S.V. che stante i numerosi precedenti specifici e quindi temendo essere riconosciuti oltre che di lasciare impronte digitali, si sarebbero rivolti per l’accesso in banca e la commissione materiale della rapina a C.S., soggetto che dall’indagine risulta avere conoscenza solamente di uno degli altri tre rapinatori, verosimilmente per un trascorso comune in una struttura restrittiva.
C.S., pertanto sarebbe entrato in banca e minacciato la cassiera. Dopo essersi impossessato dei soldi contenuti nella cassa, circa 2.000 euro, intimava all’impiegata di sbloccare la porta a bussola per far entrare il complice D.A., che munito di una sacca e travisato con una maglia sulla testa, lo coadiuvava nel prelevare le mazzette di altro denaro in contante dalla cassaforte. L.A. ed S.V., rimanevano invece presso il cambio auto, poco distante dalla banca a bordo delle autovetture “pulite”, al fine di prelevare i due complici una volta tornati sul posto con l’auto rubata.
C.S. che era stato rintracciato il 4 luglio scorso dai militari cremonesi presso l’ospedale civile di Busto Arsizio, è stato colpito dalla nuova misura cautelare, comprendente anche la ricettazione della FIAT 500 utilizzata nel corso dell’episodio criminoso, presso il carcere di Cremona ove è attualmente ristretto dopo essere stato trasferito dal carcere di Busto. La perquisizione degli effetti personali e della stanza dallo stesso occupata presso la struttura sanitaria, consentiva di rinvenire, occultati all’interno di un armadietto, due involucri contenenti rispettivamente gr.5 di eroina e gr. 5 di cocaina, per cui l’uomo è stato anche deferito per spaccio.

I militari, in seguito a questo primo fermo, erano riusciti ad acquisire importanti elementi per identificare gli altri tre, tutti pregiudicati e residenti a Rozzano. Nelle loro abitazioni i militari hanno trovato circa 10.000 euro in banconote da 50 (cinquanta) euro, raccolte in mazzette riconducibili alla rapina del 18 giugno. In particolare uno degli indagati aveva nascosto il denaro all’interno della cappa della cucina a gas.
L.A. è stato rintracciato la mattina di venerdì 20 luglio dai militari cremonesi, presso un appartamento di Pietra Ligure dove stava alloggiando in villeggiatura. Mentre S.V. e D.A. sono stati rintracciati ed arrestati, la stessa mattina, presso le rispettive abitazioni di Rozzano. C.S., ha invece ricevuto la stessa mattina il nuovo provvedimento presso il carcere di Cremona ove, come detto, era stato trasferito da quello di Busto Arsizio (VA). Gli arrestati sono stati già interrogati dal GIP e a seguito delle convalide rimangono tutti in carcere in regime di custodia cautelare.

Nel corso della perquisizione presso la casa di S.V. furono rinvenuti altri quantitativi di sostanza stupefacente. Si presume che proprio con la droga ed il contestuale mondo di personaggi orbitanti attorno ai traffici illeciti di sostanze stupefacenti nel centro di Rozzano (MI), sia l’ambiente in cui sia maturato il progetto e la commissione della grave rapina cremonese del mese di giugno. C.S., considerato il suo stato di salute che non consente lunghi periodi di detenzione, potrebbe essere stato avvicinato o appositamente “reclutato” dagli altri, tra gli assuntori di sostanze stupefacenti per la commissione materiale della rapina, dietro la promessa di un premio in denaro o in droga e con la speranza che anche se fosse stato riconosciuto, come poi è avvenuto, di non essere arrestato.

DA GENNAIO 2018 BEN 12 ARRESTI DEI CC –  La Compagnia di Cremona dal mese di gennaio ha arrestato ben 12 persone su esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, di cui 4 in flagranza di reato. Denunciate altre 9 in stato di libertà; scoperti gli autori di almeno 10 rapine e numerosi gli arresti per furto. Tra i casi più eclatanti: arresto di una banda di rapinatori pendolari “catanesi” che il 15 maggio avevano derubato la filiale di viale Po della Banca Popolare di Cremona; arresto, il 24 marzo scorso, dei due autori della rapina ai danni della tabaccheria “Barbieri” di via Manzoni 43, avvenuta il 21 febbraio.

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