Cronaca

Odissea sul treno dei pendolari Cancellata la corsa delle 6,56 'Portato via un pezzettino di vita'

All’indomani dell’odissea dei pendolari sul treno 2661 del ritorno, questa mattina è cominciata con la cancellazione della corsa 2648, che di solito parte alle 6,10 da Mantova e alle 6,56 da Cremona. Il convoglio è invece partito regolarmente da Codogno. Per il resto la situazione sembra tornata alla normalità. Il ripristino della linea e la riparazione del guasto sono di competenza di Rfi, che alle 20.15 di ieri sera sul proprio sito internet comunicava che “prosegue l’intervento delle squadre tecniche di Rete Ferroviaria Italiana per ripristinare il regolare funzionamento dell’infrastruttura. Attivato un servizio con autobus fra Cremona e Codogno”.

Un servizio sostitutivo che però non è stato di aiuto ai passeggeri intrappolati nei vagoni e impossibilitati ad uscire per ragioni di sicurezza, anche se ‘confortati’ dal sostegno di Vigili del Fuoco e carabinieri che hanno portato assistenza e bottiglie d’acqua.

Centinaia i commenti sui social dei viaggiatori. “Arrivati a Cremona. Dopo più di 3 ore di ritardo. Ci sarebbe tanto da chiedere dopo questo lungo viaggio a Trenord e RFI (lo faremo) ma mi chiedo quale rispetto per le persone. Quale dignità. Quale futuro. Intanto si torna a casa. Sani e salvi”, posta su Fb l’assessore Alessia Manfredini. Anche il sindaco Gianluca Galimberti ha detto la sua già nella serata di ieri, come il consigliere regionale in quota Pd Matteo Piloni. Altre voci istituzionali al momento non se ne registrano, né dall’assessore regionale Claudia Maria Terzi né dal Ministro dei Trasporti Danilo Toninelli.

Nel frattempo, già da ieri sera, la rabbia dei pendolari comprensibilmente aumenta, anche sui social. Da chi rimane “senza parole” e preferisce non commentare perché “si commenta da sola” e chi lamenta la stessa gestione dell’emergenza: quando è crollato il cavo, le tempistiche dei soccorsi e le manovre del treno: perché, si chiedono in molti, non è stato approntato un bus sostitutivo da far partire dalla stazione di Pizzighettone o di Ponte d’Adda? Ma si sottolinea anche come in quel tratto non si è nuovi a guasti del genere.

“Ci è stato portato via un pezzettino di vita”, commenta una pendolare dopo aver sintetizzato sulla pagina FB dei pendolari Milano – Cremona – Mantova gli inverosimili accadimenti della serata.  “Ieri era nel nostro vagone eravamo tutti UGUALI. Dalla coppia dell’Ucraina che ha perso la coincidenza a Mantova, dai ragazzi che tornavano dall’ universita’ che hanno fatto giocare mio figlio che non ce la faceva piu’, dall’amico storico, da colleghi che non hanno fatto in tempo a salutare fidanzate che sarebbero partite, da chi non ha visto i propri figli prima di dormire, da chi si e’ visto ancora una volta un pezzettino della propria vita portato via”.

In mezzo alle storie dei pendolari emerge tutto il disagio creato: dal tempo perso con la famiglia, a coincidenze con altri treni, anche “solo” il fatto di vivere un’odissea dopo una giornata di lavoro. Qualcuno propone di scrivere al ministro Toninelli, altri chiedono che Trenord si faccia da parte. Emergono anche proteste civili: dall’esibire il biglietto con 10’ di ritardo “scusandosi per il disagio” a non pagarlo affatto.

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