Blitz antidroga in una campagna 'invasa' dagli spacciatori: arrestati in due

Una campagna letteralmente invasa da spacciatori magrebini, quasi sempre provenienti dall’hinterland milanese, che hanno creato numerose aree di spaccio nei pressi delle aree rurali alla periferia di Cremona, trasformandole in vere e proprie centrali di spaccio di eroina e cocaina con una “clientela” impressionante tra giovani e meno, provenienti da tutti i centri della provincia, e da altri da Lodi e Piacenza in virtù dei prezzi vantaggiosi per l’acquisto delle varie sostanze. L’eroina chiamata “scura” o la “brutta” ceduta a 20 euro a dose (circa un grammo), mentre la cocaina “bianca” o la “bella” a 60 euro a dose (circa mezzo grammo). Spaventoso il fenomeno del ritorno prepotente delle dipendenze da eroina, ora non più consumata con le siringhe, ma sniffata, inalata o fumata come già avviene per la cocaina.
Ieri, giovedì 19 luglio, i Carabinieri della Compagnia di Cremona, guidati dal Maggiore Rocco Papaleo, hanno colto in flagrante e arrestato due soggetti: E.A.M., nato in Marocco nel 1995, e C.A. nato a Codogno (Lodi) nel 1978 e residente a Somaglia (Lo). Il primo già censurato e senza fissa dimora ed entrambi nullafacenti, sono stati arrestati, in concorso tra loro, per la detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. I due sono stati colti insieme ad altrettanti individui, al momento non ancora identificati, mentre stavano allestendo una “piazza di spaccio”. Accorgendosi dell’arrivo della pattuglia si sono dati alla fuga, ma, inseguiti a piedi dagli uomini dell’Arma, sono stati fermati dopo che cercavano di allontanarsi dalla zona saliti a bordo di un’autovettura Seat “Leon” di colore nero di proprietà del citato C.A..
I due bloccati e perquisiti sono stati trovati in possesso dei seguenti quantitativi di sostanza stupefacente, nascosti in due marsupi posti sotto il sedile anteriore della citata auto:, 25 grammi di cocaina contenuti in due involucri di cellophane (rispettivamente da 15 e 10 grammi) e 100 di eroina, sempre in due involucri di cellophane (rispettivamente di 60 e 40 grammi). La successiva ispezione dell’area dove i quattro soggetti erano stati sorpresi ha permesso di rinvenire e sequestrare tra le altre cose, ulteriore materiale attestante l’attività delittuosa, tra cui: un machete di grosse dimensioni, un binocolo con relativa custodia, quattro rotoli piccoli di cellophane utilizzato per il confezionamento dello stupefacente, due taglierini, una tavoletta in legno della misura utilizzata come piano per il taglio dello stupefacente, due bilancini digitali di precisione e una somma di complessiva di 1630 euro suddivise in banconote di vario taglio. Nella stessa area sono stati trovati centinai di involucri abbandonati di cellophane e di rotoli della stesso materiale, verosimilmente utilizzato per l’attività di spaccio. La perquisizione domiciliare a carico di C.A. inoltre ha consentito di rinvenire una panetto di hashish del peso complessivo di 100 grammi, dei taglierini utilizzati per il taglio ed il confezionamento della sostanza stupefacente ed un bilancino elettronico di precisione.
Non si esclude che il ruolo di C.A., nel contesto della “banda” individuata, i cui spacciatori materiali risultano tutti di origine maghrebina, sia quello di sostegno logistico e di collaboratore/consumatore, come spesso accede in questi casi, ma anche di un concorso attivo nello spaccio. Tutto ciò che è stato recuperato è stato sequestrato. I due, comparsi questa mattina in tribunale per il rito direttissimo, sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa di essere processati.
I Carabinieri erano già stati allertati dalle ricorrenti segnalazioni degli agricoltori, in particolare per il danneggiamento delle colture causato dall’impossessamento di intere zone rurali da parte delle bande di spacciatori, e dai conducenti esasperati che normalmente impegnano la Sp234 per raggiungere la città di Cremona, stanchi delle continue “svolte” pericolose effettuate dai tossicomani alla guida dei propri veicoli, al fine di raggiungere le “piazze di spaccio” impegnando le strade interpoderali.
Telefonate quasi sempre causate della presenza delle “vedette” della banda poste ad avvistare l’eventuale arrivo delle Forze di Polizia e che spesso non esitano a detenere armi che utilizzano per intimidire i clienti evitando ogni discussione sia sulla qualità di stupefacente ceduto che per mantenere il predominio della piazza anche a fronte delle “rapine” effettuate da bande avversarie per procacciarsi i quantitativi di droga disponibili. Gli spacciatori spesso hanno l’abitudine di nascondere lo stupefacente in buoni quantitativi sotterrandolo in modo tale da poter muoversi più tranquillamente.
Solo nell’ultimo mese la Sp234 è stata protagonista di due inseguimenti ingaggiati dalle pattuglie dei Carabinieri una volta intercettate le auto degli spacciatori. In tutti e i due casi gli spacciatori pressati ed ormai braccati dai militari, non hanno esitato ad abbandonare le auto in mezzo alla strada e darsi alla fuga dileguandosi di corsa nei campi. Le auto sono risultate a soggetti residenti a Milano, quasi sempre donne di etnia rom che risultano avere decine di auto intestate.
I Carabinieri della Compagnia di Cremona stanno continuando gli accertamenti finalizzati ad identificare i complici del gruppo di spacciatori arrestati nonché ad identificare il maggior numero possibile di clienti.