Cronaca

Carcere, dopo gli scontri sotto accusa le celle aperte Chieste espulsioni per stranieri

Dopo gli episodi di domenica all’interno del carcere di Cremona, interviene con una nota Donato Capece, Segretario Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che per prima cosa loda l’operato degli agenti in servizio a Cremona che sono intervenuti “con tempestività e spirito di abnegazione, ed a loro va l’apprezzamento del SAPPE con l’auspicio del riconoscimento ufficiale di una ricompensa da parte dell’Amministrazione Penitenziaria”.

Il SAPPE chiede poi l’intervento del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per affrontare la questione penitenziaria: “Forse il pretesto del furioso pestaggio tra i detenuti a Cremona è tra i più futili, ossia l’incapacità di convivere – seppur tra le sbarre – con persone diverse. O forse le ragioni sono da ricercare in screzi di vita penitenziaria o in sgarbi avvenuti fuori dal carcere. Fatto sta che si è scatenata una pericolosa rissa che ha coinvolto ancora una volta i poliziotti penitenziari. Statisticamente contiamo, ogni giorno, gravi eventi critici nelle carceri italiane, episodi che vengono incomprensibilmente sottovalutati dall’Amministrazione Penitenziaria. Ogni 10 giorni un detenuto si uccide in cella: aggressioni risse, rivolte e incendi sono all’ordine del giorno. Addirittura sono stati più di 50 i suicidi in cella dall’inizio dell’anno, una cifra allarmante che dovrebbe seriamente preoccupare”.

Per Capece le motivazioni sono chiare: “Da quando sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere. Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. La vigilanza dinamica ed il regime penitenziario aperto non favoriscono affatto la rieducazione dei detenuti, ma il concretizzarsi di gravi eventi critici. Rinnoviamo l’invito al Guardasigilli affinché sospenda ogni provvedimento in tal senso e convochi i Sindacati per affrontare la questione penitenziaria che è e rimane un’emergenza”.

Ma il SAPPE va anche oltre: “Fare scontare agli immigrati, condannati con una sentenza irrevocabile da un tribunale italiano, la pena nelle carceri dei Paesi d’origine può anche essere un forte deterrente nei confronti degli stranieri che delinquono in Italia. Il dato oggettivo è però un altro: le espulsioni di detenuti stranieri dall’Italia sono state fino ad oggi assai contenute, oserei dire impercettibili. E credo si debba iniziare a ragionare di riaprire le carceri dismesse, come l’Asinara e Pianosa, dove contenere quei ristretti che si rendono protagonisti di gravi eventi critici durante la detenzione”.

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