Dal sogno infrastruttura a palestra all'aperto: così l'uso del porto canale è cambiato
La chiamavano l’autostrada dell’acqua, avrebbe dovuto collegare Milano al Po e quindi all’Adriatico; oggi ha più l’aspetto di una palestra all’aperto per sport legati all’acqua. Il progetto, datato oltre un secolo fa e realizzato per soli 14 km dei 65 previsti, fa parte di un sogno naufragato all’inizio di questo secolo quando il ministero del Tesoro ha sciolto il Consorzio del Canale Navigabile che aveva sede a Cremona. Un sogno che periodicamente ritorna tra proposte europee o locali, per cercare di dare un senso al corso d’acqua artificiale che unisce il Porto di Cremona a Pizzighettone o per recuperare aree come il Porto di mare di Milano, per il quale erano stati addirittura ipotizzati gli utilizzi più diversi e tutti piuttosto ambiziosi, partendo da una cittadella dello Sport nel 2003 per passare alla Cittadella della Giustizia nel 2009 e, seppur per un breve lasso di tempo, l’ipotesi di utilizzare l’area per l’Expo. L’ultimo studio di fattibilità risale al 2016, grazie ad un finanziamento dell’Unione Europea, ma le cose non sono affatto cambiate e i progetti restano fermi così come le sue acque che si rianimano di tanto in tanto nei periodi estivi quando viene utilizzato come palestra all’aperto per gli allenamenti degli atleti della canoa e del canottaggio o diventa teatro di gare di pesca sportiva. La mancanza di corrente è il requisito indispensabile per poter provare tempi e distanze per i giovani che si preparano alle competizioni nazionali e internazionali di canoa e canottaggio, per migliorare la tecnica e ricreare le condizioni dei campi gara normalmente allestiti in laghi o bacini. C’è poi la Fipsas, Federazione italiana di pesca sportiva e attività subacquea, che vorrebbe eleggere il tratto di canale nei pressi di Spinadesco a cornice ideale per la pesca sportiva e che ha già programmato due competizioni regionale e nazionale in luglio e settembre. E se sul lato porto l’attività non scarseggia, grazie alla ripresa delle movimentazioni di carichi pesanti, sul canale navigabile l’unico traffico, al momento, è quello delle imbarcazioni delle canottieri cremonesi.
Cristina Coppola