Cronaca

'Io, ormai vera occidentale, maltrattata e costretta al velo' Marito senegalese a giudizio

L’avvocato Cortellazzi

Dovrà affrontare il processo il papà senegalese di 48 anni che l’anno scorso si è visto togliere i tre figli di 7, 9 e 13 anni perchè la moglie, una connazionale di 32 anni, lo accusa di averla maltrattata. Lo ha deciso il gup Elisa Mombelli, che ha rinviato a giudizio l’imputato, difeso dall’avvocato Paolo Carletti. Per lui il processo si aprirà il prossimo 26 settembre. Oggi il giudice ha ascoltato a lungo la testimonianza della presunta vittima, che è parte civile attraverso l’avvocato Massimiliano Cortellazzi. “Per lei oggi è stata dura dover ripercorrere tutti gli episodi”, ha detto il legale, “ma il suo racconto è stato deciso, preciso e sicuro”.

Oggi la 32enne senegalese è ospite insieme ai tre figli di una struttura protetta fuori città ed ha iniziato a lavorare. “Ho finalmente una vita serena”, ha raccontato, “grazie anche al supporto dei servizi sociali e della polizia municipale, in particolare del comandante Pierluigi Sforza, del commissario Davide Spotti e dell’assistente scelto Sonia Bernardi”. “Sono nata a Dakar”, ha spiegato lei in un ottimo italiano, “una città molto moderna. Lo è la mia famiglia, e lo sono sempre stata anche io. Ormai mi considero una vera occidentale. E’ mio marito, al contrario, quello radicale. Lui, nato in un paesino del Senegal, mi forzava ad indossare il velo, mi proibiva di uscire di casa, si occupava lui di tutte le spese, anche dei miei vestiti, non ero libera di fare nulla”. “Quando si è voluta iscrivere a scuola”, ha aggiunto il suo legale, “lui non glielo consentiva, le faceva delle scenate”.

L’avvocato Paolo Carletti

Le accuse nei confronti dell’uomo parlano di rapporti sessuali violenti e di continui maltrattamenti anche in presenza dei bambini. La 32enne ha denunciato di essere stata vittima di violenze familiari degenerate in “scontri fisici particolarmente gravi”. In un’occasione sarebbe stata presa a pugni in auto alla presenza della figlia di 9 anni, in un’altra sarebbe stata ingiuriata e minacciata dal marito che in varie occasioni avrebbe impedito di accendere il riscaldamento dell’abitazione, lasciando al freddo lei e i figli.

Ma l’imputato, che ora ha il permesso di vedere i suoi  bambini in incontri protetti, non ci sta a passare per orco, e punta il dito contro la moglie. Lui, da vent’anni in Italia, senza precedenti, con un lavoro in un’azienda del cremonese, giura di non aver mai alzato le mani sulla moglie, ammettendo solo i litigi, ma perchè lei non lo considerava ‘sufficientemente islamico’. Secondo il senegalese, è la moglie che sarebbe diventata una musulmana radicalizzata: avrebbe indossato il velo e avrebbe ascoltato su Internet le prediche di un imam francese, costringendolo a farsi crescere la barba e obbligando i figli ad ascoltare solo la musica che diceva lei, proibendo a tutti di ascoltare la radio o di vedere la televisione.

“Non si poteva ottenere una sentenza di non luogo a procedere senza andare a dibattimento”, ha commentato l’avvocato Carletti. “Quindi la scelta del giudice è oltremodo comprensibile. Sono certo che l’istruttoria smonterà tutte le accuse nei confronti del mio cliente”.

Sara Pizzorni

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