P. Grasselli, a ottobre i lavori Virgilio: 'Non un contenitore, ma anima di un progetto'
Debutto ufficiale per palazzo Grasselli come ‘palazzo della città’, secondo le intenzioni del Comune che attraverso un finanziamento Cariplo sta intensificando le azioni per mettere l’edificio al centro di un rilancio del Distretto culturale cittadino.
“Oltre alla definizione del progetto esecutivo che darà il via ai lavori entro il mese di ottobre, nei prossimi giorni Palazzo Grasselli torna al centro di iniziative importanti e significative per Cremona”: è l’assessore a Patrimonio ed Area Vasta Andrea Virgilio ad annunciarlo sul suo profilo facebook, spiegando che domani lunedì 18 giugno si terrà una visita promossa dal FAI e dall’Istituto Monteverdi, “con il quale si sta lavorando con l’ambiziosa prospettiva di collocare in Via XX Settembre la nuova sede del Conservatorio”.
“A fine giugno – continua l’assessore – è previsto un primo workshop promosso dal Politecnico di Milano, dalla Scuola Edile e dall’Ordine degli Architetti, finalizzato ad approfondire le conoscenze sulle malte e gli intonaci in malta di terra, in una città che può vantare una lunga tradizione nella lavorazione di terrecotte per l’edilizia, dai semplici laterizi e tegole, alle raffinate cornici modanate che adornano le facciate di palazzi e chiese”.
Virgilio illustra poi le motivazioni alla base della scelta dell’amministrazione di non alienare il palazzo ricevuto con lascito testamentario ai tempi del mandato di Giancarlo Corada e che con l’amministrazione Perri ha rischiato di essere messo sul mercato. “Ci sono tanti modi per recuperare un edificio storico. Nell’epoca della valorizzazione dei beni culturali occorre prima di tutto capire cosa intendiamo con questo termine. Su Palazzo Grasselli, in questi anni abbiamo incontrato diverse proposte: alienazione dell’edificio, sede parziale di aziende private alla ricerca di contesti di pregio e di rappresentanza. E’ stata proposta la realizzazione di un museo del pianoforte, che tuttavia risulta poco sostenibile e piuttosto riduttiva sul piano culturale.
Un edificio storico, infatti, non è un contenitore da riempire: è prima di tutto la sua anima, la sua storia, la sua collocazione nel tessuto urbano. Palazzo Grasselli è forse l’esempio più calzante di come il recupero del nostro patrimonio pubblico debba partire dal progetto, dal rapporto che questo ha con l’intera città. Per queste ragioni è il Palazzo di Città, perché dietro alla proposta presentata a Cariplo emerge prima di tutto il pensiero, la delicatezza progettuale di realtà attente alla vocazione di un luogo come contesto di incontro, scambio, relazioni.
Il progetto sostenuto da Cariplo parte da qui, da questa ispirazione: il palazzo come polo di un programma di visita ad edifici comunali, come luogo di incontri e seminari, in particolare riguardo alla musica e agli eventi promossi dal Distretto culturale. E’ uno spazio per la formazione e la conoscenza, quali fattori centrali di sviluppo, che può vedere il contributo prezioso di realtà radicate come l’Ordine degli Architetti, la Scuola Edile, CR Forma e l’Archivio di Stato”.
Il contributo di fondazione Cariplo, erogato nel 2017, ammonta a 380mila euro.