Cronaca

Arrestato il rapinatore della Banca di Viale Po con tre complici

Sono stati arrestati dai Carabinieri di Cremona i quattro rapinatori responsabili del colpo messo a segno lo scorso 15 maggio presso la Banca Popolare di Viale Po. Di origini catanesi, tutti nullafacenti e tre di loro con precedenti penali: P.F. di 27 anni (l’unico incensurato), C.G.A., di 30 anni, A.G. di 46 anni e A.S.A. di 25 anni. Dalla loro città, i quattro si erano recati a Cremona fingendo di dover prendere parte a un matrimonio.

Le manette sono scattate nella mattinata del 13 giugno, ad opera dei Carabinieri di Cremona, agli ordini del maggiore Rocco Papaleo, coadiuvati dai militari Di Catania, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Letizia Platé su richiesta del sostituto procuratore Milda Milli. I militari hanno raggiunto i malviventi presso le proprie abitazioni di Catania, per poi condurli presso il carcere cittadino di Pizza Lanza, in attesa degli interrogatori di convalida.

Dalle indagini effetuate dai Carabinieri, l’unico incensurato sarebbe anche l’autore materiale del colpo. C.G.A. sarebbe invece stato il palo, mentre gli altri due risultano essere complici nella preparazione e nell’esecuzione del reato, avendo accompagnato gli altri due dalla Sicilia in provincia di Cremona ed essendosi occupati di fare dei sopralluoghi precedenti la rapina.

Erano circa le 15 quando il malvivente era entrato in banca con aria apparentemente innocua, con in mano una busta gialla. Poi però aveva estratto un taglierino, con cui aveva minacciato il cassiere e si era fatto consegnare il denaro contenuto in cassa, pari a 6.650 euro. Poi, con l’aiuto del complice, era riuscito a darsi alla fuga, facendo perdere le proprie tracce. Il direttore della filiale, notando dal suo ufficio la manovra, è si era lanciato fuori dalla filiale, facendo in tempo a vedere il rapinatore salire sull’auto del complice, una Mercedes Benz, con cui poi si era dato alla fuga verso il ponte di Po.

I Carabinieri giunti sul posto avevano acquisito le immagini della videosorveglianza interna alla banca e avevano raccolto le testimonianze. Successivamente, grazie al sistema di rilevazione targhe presente sul ponte e di un’altra telecamera posta sulla provinciale di San Pietro in Cerro, avevano identificato l’auto dei rapinatori, che risultava di proprietà di una donna di Gravina di Catania.

La donna risultava essere titolare di una società di noleggio e l’autovettura utilizzata per la rapina risultava essere stata noleggiata a tale P.F., colui che è poi stato identificato come autore materiale della rapina. I Carabinieri hanno così diramato una segnalazione per la ricerca dell’auto, rinvenuta poi da una pattuglia della Polizia Stradale mentre si trovava in sosta presso l’area di servizio Cantagallo di Casalecchio di Reno (Bologna) in direzione Firenze.

La macchina aveva la portiera aperta e non aveva nessuno a bordo: i quattro si erano dileguati, probabillmente alla vista della Polstrada. Un testimone aveva poi riferito che uno degli occupanti, allontanatosi a piedi, era salito a bordo di un Suv di colore bianco. La Mercedes era intanto stata sequestrata, per consentire ai militari di effettuare tutti i rilievi tecnici del caso. All’interno sono state così rinvenute due borse contenete indumenti per alcuni giorni e gli oggetti per l’igiene personale. Inoltre su un sedile era presente il giubbotto indossato dal rapinatore durante la rapina e altre cose, tra cui una copia del contratto di noleggio a nome del rapinatore, nonché 1.500 euro in contanti, ritenuto parte del provento della rapina alla banca.

Dopo essere fuggiti dalle forze dell’ordine con il Suv bianco, i quattro sono arrivati a Bologna per poi prendere diverse strade: alcuni sono partiti in aereo, altri in treno, altri ancora a bordo dello stesso Suv.

Le indagini dei Carabinieri si sono quindi concentrate sull’automezzo, una Mercedes Gle, che lasciava presupporre la presenza di altri complici. Sono così state acquisite le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza dell’area di servizio, che hanno consentito di rilevare la targa del mezzo, anch’esso preso a noleggio nello stesso posto dell’altra vettura.

I militari hanno quindi ricostruito i movimenti ei due veicoli nei giorni precedenti al colpo,riuscendo così a risalire alle identità dei quattro componenti della banda, che nel periodo in cui si erano trovati sul territorio avevano alloggiato in un B&B di Madignano, dove i quattro erano stati notati dai residenti, in particolare presso un bar dove andavano a far colazione e dove avevano riferito di trovarsi in zona come invitati a un matrimonio. Avevano anche attirato l’attenzione per aver parcheggiato in un posteggio disabili, ignorando chi gli aveva fatto notare la cosa.

Sempre dalle indagini dei Carabinieri, che sono riusciti a costruire i movimenti dei rapinatori, è emerso come i quattro abbiano fatto anche diversi sopralluoghi, passando diverse volte davanti alla banca poi presa di mira.

La ciliegina sulla torta dell’indagine è stata la coparazione Afis delle impronte acquisite dall’Arma di Catania, secondo cui un’impronta del rapinatore corrispondeva con un’altra rilevata a seguito di una rapina perpetrata a Calcinaia (Pisa) nel novembre 2016, che era archiviata tra i casi non risolti. Sono dunque in corso indagini per accertare eventuali altri colpi da attribuire alla banda.

 

Laura Bosio

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