Cronaca

Punto Nascite dell'Oglio Po chiuderà. Da Gallera la conferma: 'Leggi si applicano'

VICOMOSCANO (CASALMAGGIORE) – Non era una bufala: nonostante le rassicurazioni e le smentite piccate del caso, il Punto Nascite dell’ospedale Oglio Po è davvero prossimo alla chiusura. E in questo caso dire “avevamo ragione” è quanto mai amaro, perché mai come stavolta saremmo stato lieti di essere smentiti. La notizia ha iniziato a rimbalzare nella serata di mercoledì su alcuni siti lombardi come Bergamo News e in generale su quotidiani on line delle province interessate dal taglio e dalla chiusura. Tutto però, prima di tutto, parte dalla dichiarazione dell’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, che ha chiarito la situazione nella giornata di mercoledì, appunto, presentando il Programma regionale di sviluppo della legislatura alla commissione Sanità insieme al dg del Welfare Luigi Cajazzo. Una fonte che più ufficiale non si può.

Ebbene, la riflessione di Gallera non lascia speranze e quattro reparti maternità chiuderanno a partire dal 2019: sono Angera, provincia di Varese, Piario in alta Val Seriana, uno tra Gravedona, sul lago di Como, e Chiavenna in provincia di Sondrio (in questo caso una deroga sarà concessa a uno dei due punti) e, appunto, l’ospedale Oglio Po di Vicomoscano. Le dichiarazioni di Gallera non lasciano spazio a dubbi: la «riorganizzazione della rete – ha detto l’assessore al Welfare anche all’edizione on line del quotidiano Il Giorno – partirà dai punti nascita, che tra poche settimane affronteremo in maniera strutturata per eseguire le indicazioni nazionali, dato che il Ministero della Salute non ha accolto le nostre richieste di deroga».

Non c’è però solo questa tra le cause: la penuria di ginecologi con “il tetto nazionale, non più accettabile, alle assunzioni” e “un’errata programmazione del numero chiuso nelle scuole di specializzazione, tanto che nel prossimo biennio ne perderemo il 20%” ha spiegato a Il Giorno proprio Gallera. Il processo, assicura l’assessore, sarà graduale, dunque i punti nascite chiuderanno cercando di fare sentire meno il peso della perdita. Gli uffici regionali dunque studieranno un modello di “presa in carico” che gli ospedali garantiranno prima di chiudere le sale parto nei prossimi mesi. In sostanza, ha detto Gallera, “ci saranno ostetriche del territorio e le donne saranno accompagnate prima e dopo il parto vicino a casa, ma per la nascita dovranno spostarsi dove potranno partorire in assoluta sicurezza”. Non dove i parti sono meno della soglia di 500 l’anno, come a Casalmaggiore per esempio.

Intanto non mancano le reazioni, e in particolar odo quella dei consiglieri regionali del Pd Antonalla Forattini e Matteo Piloni, che chiedono conto all’assessore Gallera della decisione presa: “Già alla fine del 2016 la Regione aveva annunciato la richiesta di deroga al Ministero, affinché la struttura di Casalmaggiore potesse continuare a svolgere la sua preziosa attività per il territorio e contestualmente si era impegnata anche a potenziare il presidio affinché raggiungesse gli obiettivi auspicati. E adesso, che cosa ne sarà di tante promesse? Il prossimo 9 luglio ci sarà in commissione sanità l’audizione del comitato in difesa dell’Ospedale Oglio Po: ci auguriamo che l’assessore sia presente e venga a spiegare le sue reali intenzioni”.

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