Cercasi nuovi missionari: l'appello del vescovo ai sacerdoti della Diocesi
AAA, cercasi sacerdoti che si offrano volontari per partire come missionari. Questa, in estrema sintesi, la richiesta che il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, fa ai propri pastori, in una lettera nviata ai primi di maggio. Il vescovo fa riferimento al discorso missionario del Vangelo di Matteo, argomento di meditazione di quest’anno, “per lasciarci interpellare più profondamente su come viviamo la costitutiva dimensione missionaria dell’essere Chiesa”.
Per monsignor Napolioni, l’interesse verso la vocazione missionaria sarebbe in calo, nonostante in passato abbia avuto un forte richiamo. Si deve allora mettere da parte l’egoismo, per “continuare ad osare”. Del resto non sono molti attualmente i sacerdoti diocesani fidei donum della nostra diocesi: essi “sono presenti in Albania (don Giovanni Fiocchi, da quasi 20 anni), in Kazakistan (don Livio Lodigiani, da 22 anni) e in Brasile, in tre diversi contesti diocesani (don Ezio Bellini, da 5 anni + altri 18 in precedenza; don Emilio Bellani, da 8 anni; don Giancarlo Regazzetti, da 2 anni + altri 15 in precedenza)” si legge nella missiva.
Dunque vi sono alcuni passi da fare, e con una certa urgenza: “La diocesi deve darsi un progetto di cooperazione missionaria con Chiese sorelle, che consenta di non legare la missione solo all’iniziativa personale, ma di farsene carico tutti, in spirito di comunione e corresponsabilità (come se la diocesi di Cremona dovesse provvedere regolarmente a “una o due parrocchie in più”)”.
Inoltre, si legge nella lettera, “il progetto non deve riguardare solo la partenza di sacerdoti fidei donum, ma deve valorizzare tutte le vocazioni e le esperienze ecclesiali che, in vario modo, possono maturare ed esprimere questa sensibilità”. Bisogna in particolare puntare sulla “scelta di alcune cooperazioni “strategiche” per la diocesi”, senza però escludere “la varietà di attività pro-missioni che singole parrocchie o altre realtà portano avanti con passione e frutto. Sarà importante però promuovere gruppi di animazione missionaria non solo legati a progetti locali e legami personali, ma partecipi di un cammino unitario di formazione e servizio”.
Bisogna puntare a “una permanenza non troppo prolungata, per evitare l’identificazione della missione con le singole persone, perché non diventino insostituibili, e perché possa essere facile e positivo il ritorno nella Chiesa cremonese, che deve potersi rinnovare anche grazie ai loro apporti”. Insomma, missioni di durata non troppo lunga, che servano anche a rinnovare la Diocesi di Cremona.
Dunque “una scelta abbastanza urgente cui siamo chiamati è quella di esplicitare quali potrebbero essere gli scenari su cui puntare strategicamente come diocesi” scrive il Vescovo. “Perché questa decisione non sia affrettata, dobbiamo
preparare bene la stesura di un organico progetto diocesano”.
Dunque l’appello va direttamente ai sacerdoti e ai diaconi della Chiesa locale: “Per sollecitare e verificare il livello di interesse ad un tema così vitale, chiedo a ciascuno di farmi avere le sue riflessioni e proposte in merito”. Inoltre, al fine di avere un’idea di quanti potrebbero essere i sacerdoti disporti a partire il vescovo chiede “a chi non escluderebbe di vivere alcuni anni di ministero in missione ad gentes, di farmi conoscere la sua pur minima disponibilità, che ovviamente non costituisce nulla di vincolante, ma potrà concretizzarsi almeno nella condivisione di un percorso di riflessione e preparazione all’eventuale invio di qualcuno di noi”.
Monsignor Napolioni specifica anche i tempi: entro il mese di giugno i sacerdoti sono tenuti a fornire risposte: un riscontro “necessario anche per stimare la sostenibilità degli impegni che potremo assumerci per il futuro, e così dare risposte chiare ai Vescovi che all’estero si aspettano chiarezza, e possibilmente ancora aiuto, dalla Chiesa di Cremona”.
LaBos