Cronaca

20.000 tonnellate di argilla ‘pericolosa’ e ‘maleodorante’: maxi sequestro a Castelleone

Stoccaggio illecito di rifiuti privi di autorizzazione. Questa l’ipotesi di reato che la procura di Cremona, nella persona del sostituto procuratore Ilaria Prette, contesta a due titolari di aziende di Castelleone e di Mantova. L’accusa è anche a carico delle due società. Nel sito di Castelleone sono state accumulate 20.000 tonnellate di materiale argilloso, ma per la procura si tratterebbe di rifiuti.

Tutto è partito da un sequestro preventivo di urgenza effettuato da Arpa e polizia provinciale nel sito di Castelleone della società di via Cappi Romualdo di Leonardo Grandini, azienda che si occupa di scavi e demolizioni. Nell’area veniva stoccato materiale simil argilla. I cattivi odori provenienti dal sito avevano mobilitato i residenti che si erano lamentati presso l’amministrazione comunale. Per gli inquirenti, si tratta di rifiuti. La procura ha quindi chiesto ed ottenuto dal gip Letizia Plate’ la convalida del sequestro preventivo. Tutto il materiale arrivava da un’azienda mantovana, una srl, che si occupa di trattamento di rifiuti.

Nell’area avrebbero dovuto essere scaricate 50.000 tonnellate di materiale. 20.000 erano già arrivate. L’Arpa è stata incaricata di effettuare le analisi sugli enormi cumuli di terra rinvenuti nel sito per valutare eventuali rischi di inquinamento del suolo, e nel frattempo giovedì scorso è stato emesso un decreto di perquisizione all’interno dell’azienda mantovana. La guardia di finanza di Cremona ha sequestrato documentazione contabile per verificare i rapporti commerciali di compravendita, mentre l’Arpa e la polizia provinciale stanno eseguendo accertamenti e verifiche sotto il profilo ambientale.

Secondo le società, si tratta di un’attività lecita: materiale che, una volta trattato, sarebbe stato riutilizzato e poi rivenduto, ma per la procura si tratta di rifiuti accumulati in un’area che rischia di diventare una vera e propria discarica. In corso anche accertamenti per verificare lo stato di degrado del sito e per valutare eventuali pericoli per la salute.

Sara Pizzorni

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