Lettere

i 'Dimaiocristiani' perfetti
eredi di una lunga
tradizione di imbonitori

da Gabriele Beccari

Egregio direttore,
le origini dell’attuale disastrosa situazione dei conti pubblici italiani, con un debito nazionale dalle proporzioni catastrofiche e in continua espansione, vanno fatte risalire ben più indietro rispetto ai governi tanto vituperati degli ultimi decenni, a partire da Berlusconi e per finire con Renzi e Gentiloni. Il debito pubblico è servito per finanziare le clientele e il consenso dei notabili della Democrazia Cristiana, che hanno fatto il bello e il cattivo tempo per cinquant’anni della storia politica italiana, infischiandosene delle pesanti ricadute negative sulle generazioni successive.

Un comportamento che non ha nulla in comune con il paravento cristiano che ha fatto da scudo (crociato) a scelte ben poco in linea con il senso di responsabilità di un buon amministratore, che come un qualsiasi padre di famiglia non dovrebbe consentire un tenore di vita superiore alle disponibilità economiche del gruppo di riferimento. Il contrario di quello che è avvenuto: per il proprio tornaconto personale, per avvantaggiare i servilismi a scapito delle voci critiche, per accontentare questo e quello, nel corso nei decenni i governi democristiani hanno costruito l’illusione di un facile benessere costruito sulle montagne di carta dei titoli di stato.

La lezione, però, non sembra sia servita, perché ancora oggi gli italiani preferiscono dare la loro fiducia elettorale a coloro che, da bravi imbonitori, li imbottiscono di promesse irrealizzabili e li illudono che le responsabilità vadano sempre attribuite ad altri, tessitori di complotti inesistenti. In questo, i dimaiocristiani a 5 stelle sono gli eredi perfetti della peggiore politica democristiana, alimentata da un’ambizione sfrenata e dalla mancanza di senso di responsabilità verso chi dovrà assorbire le conseguenze delle loro scelte dissennate.

Le voci autorevoli come quelle di Carlo Cottarelli rischiano di gridare nel deserto, anche quando nell’Osservatorio sui conti pubblici italiani da lui diretto ricorda che le misure espansive previste dal cosiddetto governo gialloverde non hanno coperture e si parla di 110-120 miliardi di euro di ulteriore sbilanciamento. Chi li pagherà? Non importa, per Di Maio & C. la priorità è entrare nella storia, ma non si sa se il loro riferimento sia la preistoria o il medioevo…

© Riproduzione riservata