Cronaca

Razzie in cantieri per ricavare piombo, la 'gang' a processo 2 condanne e 7 assoluzioni

Erano accusati a vario titolo dei reati di furto, ricettazione e per aver violato leggi in materia ambientale. Oggi è arrivata la sentenza del giudice Francesco Sora che ha condannato solo due dei nove imputati finiti a processo. I componenti del gruppo, tutti romeni residenti a Cremona, nel cremonese e a Milano, erano stati arrestati più di sei anni fa dai carabinieri per diversi furti commessi in supermercati, cantieri e isole ecologiche (l’iniziale accusa di associazione a delinquere era già caduta). Per il pm, che oggi per tutti ha chiesto la condanna, tranne che per i reati ambientali, gli imputati sarebbero stati i responsabili di razzie di batterie per veicoli, gasolio, rame, bronzo, attrezzi da cantiere come trapani e smerigliatrici, liquori, cosmetici, prodotti alimentari. Merce rubata a Cremona, Annicco, Persico Dosimo, Scandolara Ravara, ma anche nei territori di Piacenza, Brescia e Parma e destinata a prendere la via della Romania.

Le uniche due condanne, però, sono state emesse a carico di Gabriel Gheorghica, 32 anni, e di Raul Beju, 33 anni, condannati ciascuno ad una pena di due anni e sei mesi di reclusione (il pm aveva chiesto un anno in più per ciascuno) per un solo episodio di ricettazione commesso il 23 novembre del 2011. Per tutti gli altri è stata pronunciata sentenza di assoluzione per gli episodi di ricettazione e per i furti, per i quali tra l’altro mancavano le querele. Non luogo a procedere per intervenuta prescrizione, invece, per i reati ambientali, che erano stati contestati per il modo in cui erano stati trattati i materiali rubati.

Al termine delle indagini, i carabinieri avevano ricostruito decine di furti in cantieri, supermercati e cave. Dalle batterie esauste trafugate e destinate al riciclaggio in Romania, il gruppo, con alle spalle precedenti e alcuni legami familiari, avrebbe puntato a ricavare il piombo, sostanza preziosa con cui guadagnare denaro. Centinaia le batterie rubate, assieme a bobine di bronzo, cavi di rame, dolciumi, cosmetici, liquori e migliaia di litri di gasolio.

Tutto era cominciato da un normale controllo stradale: nell’auto di due cittadini romeni era stato trovato un carico di batterie. L’indagine si era estesa fino ad arrivare ad Annicco, dove in una sorta di discarica adibita ad abitazione erano stati segnalati strani via vai. In poco tempo i militari avevano individuato i nascondigli della refurtiva destinata al trasporto in Romania. Il bottino, del valore complessivo di 15/20mila euro, era stato nascosto in un campo in zona Battaglione a Cremona, ad Annicco, non lontano dal cimitero, nell’abitazione-discarica e in una casa di Cremona in via Naviglio.

Al processo, gli imputati erano difesi dagli avvocati Giovanni Bertoletti, Maria Laura Quaini, Stefano Ferrari, Alessio Romanelli e Marilena Gigliotti.

Sara Pizzorni

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