Cultura

In Biblioteca una mostra su 'Il regime fascista'

Sabato 12 maggio alle ore 11, nella sala Virginia Carini Dainotti della biblioteca statale verrà inaugurata la mostra bibliografica “Si faccia un articolo di fondo…” : “Il Regime fascista”, Farinacci e il Ventennio a Cremona. La presentazione sarà a cura del professor Emilio Gentile, professore emerito di storia contemporanea, Università La Sapienza di Roma.

Il Regime Fascista fu, per quasi tutto il Ventennio fascista, l’unico quotidiano pubblicato a Cremona. Per quanto aspirasse ad avere un respiro e una diffusione nazionale, esso rimase, in buona sostanza, l’organo del fascismo cremonese e costituì, soprattutto, lo strumento di propaganda del suo padre-padrone, Roberto Farinacci. Attraverso il suo giornale il ras cremonese agì senza scrupoli per consolidare il proprio consenso, per difendere le posizioni della sua parte politica, per difendersi dalle tante accuse che gli venivano mosse, ma anche per criticare l’operato dello stesso governo fascista.

La mostra intende proporre un percorso nella storia del giornale presentandone alcune pagine significative, ma soprattutto ricostruendo gli inediti rapporti tra il direttore e la propria redazione. Il processo di stesura di numerosi articoli di fondo viene documentato mediante la presentazione degli abbozzi che Farinacci sottoponeva ai propri redattori e il loro confronto con la versione definitiva. Viene inoltre ricostruito, con materiale fotografico e bibliografico, il rapporto privilegiato che Farinacci e il suo giornale costruirono con la Germania nazista; legame che ebbe come triste conseguenza l’adesione incondizionata de Il Regime fascista a quel razzismo antisemita gravido di nefaste conseguenze per l’intero Paese ma anche per la stessa redazione del quotidiano. Un’ultima sezione dà conto dell’ampia attività editoriale della Società Editrice Cremona Nuova proprietaria del quotidiano, e più in generale del clima politico e culturale creatosi intorno alla figura, carismatica quanto scomoda e ingombrante, di Roberto Farinacci.

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