Cronaca

Degli Angeli (M5s): 'Il gioco di poltrone della Lega in Trenord lo pagano i cittadini'

“Trenord è, oggettivamente, uno dei servizi di trasporto ferroviario pubblico peggiori in Italia. Questo è il dato di fatto, il frutto della gestione leghista della partecipata regionale, legata anche alla scelta delle persone nominate ai vertici aziendali”. A denunciarlo il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Marco Degli Angeli.

Il pentastellato, in una nota stampa, la prende larga e parte dalla nomina, risalente al 2014, di Cinzia Farisè ad amministratore delegato. Nomina “fortemente voluta da Maroni e che avrebbe dovuto mettere una pezza alla condizione dei treni regionali lombardi. Ma il film horror per i passeggeri è rimasto lo stesso. Ritardi, cancellazioni, disservizi”.

La Farisé è stata poi riconfermata per altri 3 anni, “con uno stipendio di 300 mila euro tondi l’anno e un contratto blindato. Ma morto un Papa se ne fa un altro e, come riporta un articolo di Business Insider, ora Fontana sembra voglia mettere mano alle cariche aziendali decidendo di sacrificare la regina Farisè e di salvare il re leghista Andrea Gibelli, presidente della holding regionale Ferrovie Nord Milano (Fnm)”.

“Giochi di poltrone e potere”, li definisce Degli Angeli, che si domanda anche quanto questi incidano sulle tasche dei cittadini. “300mila euro, ovvero la buonuscita della Farisè. Infatti come si legge nella Relazione sulle Remunerazioni del 2017, se la Farisè venisse rimossa dall’incarico ‘FNM si obbliga ad offrire alla stessa una nuova posizione dirigenziale’ garantendole ‘per il periodo intercorrente tra la data di effettiva cessazione dell’incarico di Amministratore Delegato in Trenord e la data di naturale scadenza della carica, un importo complessivo'”.

Importo che tiene conto, secondo i calcoli del pentastellato l’ammontare complessivo della retribuzione annua lorda; l’indennità per ufficio organico e la misura massima del premio annuo di risultato che avrebbe potuto maturare alla data di naturale scadenza dell’incarico. “Trecentomila euro, appunto. Niente male per il numero uno di un’azienda che erogava un servizio pessimo”.

“Noi non ci stiamo. Dare una vagonata di soldi pubblici alla Farisè sarebbe un’offesa per tutti i cittadini che ogni giorno prendono il treno”.

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