Politica

Politica, il Pd cremonese 'sposa' la linea Martina

Con alcuni distinguo e pochissime voci fuori dal coro, l’assembla provinciale del Pd sposa la linea del segretario reggente Maurizio Martina, distaccandosi nettamente dalla posizione assunta dall’ex segretario Renzi sulle vicende nazionali e sulle mosse per rilanciare il partito. L’organismo provinciale, riunitosi giovedì sera, ha visto tra gli altri gli interventi del segretario regionale Piloni, del vice Andrea Virgilio, del sottosegretario di Stato Pizzetti, della vicesindaco di Cremona Maura Ruggeri, oltre che di molti esponenti che in passato avevano rimarcato differenze rispetto alla linea ‘governista’ di Renzi. Oggi, la volontà di arrivare in tempi rapidi ad un congresso che faccia sintesi delle varie posizioni di un partito plurale, sembra accomunare più o meno tutti. Come pure è abbastanza univoca (salvo l’intervento finale del componente di segreteria Leone Lisè) la critica a Renzi.

Una sintesi della serata è fornita da uno degli intervenuti, il coordinatore del circolo di Casalmaggiore Mario Daina: “Ho apprezzato la discussione finalmente franca di ieri sera – spiega – da cui emerge che il Pd debba andare a vedere le carte”. Ossia andare a sedersi al tavolo per ‘stanare’ la posizione del M5S, non tanto o non solo per una possibile coabitazione al governo ma perché una parte importante dell’elettorato che un tempo votava Pd il 4 marzo è andato in quella direzione. Critico Daina verso le uscite pubbliche, prima della direzione nazionale fissata per stasera, dell’ex segretario Renzi: “Uno che si è dimesso da segretario e che ha fatto perdere progressivamente voti al partito, non può permettersi di parlare così, creando imbarazzo al segretario reggente. Questo intervento a gamba tesa ha fatto del male a tutto il Pd. Adesso è indispensabile arrivare al congresso quanto prima e poi riuscire a spiegare alla gente che cosa ha intenzione di fare il Pd”. Parlare dunque con chi ha insultato il partito di governo fino al giorno prima delle elezioni? “La politica comincia sempre il giorno dopo”, chiosa Daina.

In un’intervista uscita poche ore prima su un’agenzia nazionale, Luciano Pizzetti aveva dichiarato che “dobbiamo produrre analisi e iniziativa politica, non considerarci osservatori in panchina. Forzare il gioco proponendo una sovrapponibilità tra Lega e Cinque Stelle non aiuta il Pd a recuperare una funzione politica utile al Paese nè a recuperare gli elettori perduti. Il tema non è il governo coi 5 stelle ma la sfida per il cambiamento. Se il Pd vi rinuncia smarrisce il senso di sé e si riduce a un bel pappagallo sul trespolo impossibilitato a volare”.

Il mandato uscito da Cremona alla direzione nazionale (composta però in maggioranza da renziani, anche se il vento sembra essere cambiato nelle ultime ore) è dunque quello di indicare una data per l’assemblea nazionale che convochi a sua volta il congresso. g.b.

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