Lettere

M5S e democrazia interna:
grave mancanza per chi
ambisce a governare il Paese

da Gabriele Beccari

Egregio direttore,
l’associazione Riparte il Futuro (https://www.riparteilfuturo.it/candidature-trasparenti) sta promuovendo una petizione diretta ai parlamentari di tutti i partiti per l’approvazione di una legge che garantisca la trasparenza delle candidature, perché la trasparenza è il miglior antidoto alla corruzione in Parlamento. La petizione ha già raccolto oltre 50mila firme ed invito tutti i lettori ad aderire nel loro interesse.

Questa lodevole iniziativa mi ha indotto ad una riflessione. A mio parere, la corruzione non è solo la dazione di denaro, ma anche l’abuso del proprio potere rispetto ad altri in condizione di inferiorità. Quindi, escludere qualcuno dalla possibilità di candidarsi senza un avviso e senza una spiegazione, sfruttando la propria posizione di potere, è un atto di corruzione. Ed è un atto di corruzione imporre un candidato semplicemente per la sua amicizia con chi ha il potere di deciderlo, senza una votazione che lo convalidi.

Ebbene, migliaia di questi casi (pare circa 3mila, ma il numero preciso è impossibile conoscerlo proprio per la mancanza di trasparenza) sono avvenuti nelle recenti “parlamentarie” del M5s. Dietro ogni persona c’è una storia, spesso fatta di anni di attivismo appassionato e disinteressato, e non può bastare l’antipatia da parte di qualche ‘big’ (o presunto tale) per giustificare un simile comportamento. E’ una grave mancanza di rispetto per le persone ed il loro impegno, oltre che un atto di prepotenza ingiustificabile.

Del resto, la mancanza di democrazia interna da parte del M5s è stata sancita anche da Cecilia Pratesi, giudice del Tribunale civile di Roma, che nel febbraio scorso, all’interno di una sua ordinanza, ha riportato queste parole: “In base allo statuto, il capo politico del Movimento 5 Stelle può decidere in modo insindacabile delle candidature, anche se questa procedura è distante da canoni minimi di democrazia interna.”

Secondo me, affidare la guida dell’Italia, di una qualsiasi regione o di un qualsiasi comune ad un partito che non rispetta la democrazia e non rispetta le persone è un grave pericolo. I cittadini del Friuli domenica scorsa sembrano averlo capito e mi auguro che siano seguiti dai cittadini di tutta Italia.

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